27 febbraio 2018 | Edoardo Tomasi

Il tema "grottesco" in alcuni episodi della vita del Conte Cagliostro

con Edoardo Tomasi, bibliotecario

martedì 27 febbraio 2018 - ore 20:30

Biblioteca civica B. Emmert
Palazzo dei Panni
Via Giovanni Segantini 9, 38062 Arco TN
Info tel.0464516115 mail arco@biblio.infotn.it

Il termine “grottesco”, qui volutamente usato in modo ambivalente, si presta a definire sia l'ambiente sotterraneo che fa da filo conduttore all'intero ciclo di conferenze, sia a narrare alcuni curiosi episodi accaduti (o quantomeno attribuiti) al celebre conte di Cagliostro nel corso della sua frenetica vita, vissuta in continuo movimento tra decine e decine di città in tutta Europa. Una grotta, o forse un semplice nascondiglio segreto nelle vicinanze di Palermo lo fece conoscere alla giustizia, per via di una truffa perpetrata ai danni di un ingenuo gioielliere. Qualche anno più tardi, all'inizio del suo peregrinare, il giovane Giuseppe Balsamo - non ancora nominatosi conte di Cagliostro - penetrò nelle viscere delle piramidi in Egitto per cercare la chiave della conoscenza in compagnia del suo maestro spirituale. Nel 1785 a Parigi, quand'era giunto all'apice della fama, in una serata memorabile che suscitò grande scalpore tra i contemporanei, evocò gli spiriti di sei personaggi famosi (tra cui Voltaire, d'Alembert, Diderot, Montesquieu) invitandoli a quella che venne poi definita “la cena dei morti”. Cagliostro era lui stesso uno spirito libero, non si tratteneva mai a lungo nello stesso posto (i maligni dicono che era costretto a farlo per via delle sue attività poco limpide), ma trascorse diverso tempo anche in prigione, a Londra, Parigi, Roma, per terminare i suoi giorni murato vivo nella rocca di San Leo. In un suo ipotetico passaporto, figurerebbero almeno 82 città ove visse tra il 1769 ed il 1789 da “nobile viaggiatore”, spesso osannato ma anche vituperato. Ovunque andasse, non passava certo inosservato e così successe anche nell'autunno del 1788, a Rovereto prima e a Trento poi. Ma a Rovereto, per nostra fortuna, Cagliostro trovò in Clementino Vannetti un reporter d'eccezione che seppe descrivere con grande abilità e leggerezza diversi episodi accaduti durante il suo breve soggiorno, durato solo 46 giorni. Quel memoriale, composto in un latino pseudo-biblico per mettere in ridicolo chi si atteggiava a novello Messia, è passato poi alla storia col titolo di “Vangelo di Cagliostro” ed in poco tempo dalla sua pubblicazione fece il giro delle corti europee, per poi svanire piano piano, tanto da farne dimenticare l'Autore e metterne addirittura in dubbio l'autenticità del racconto.

Edoardo Tomasi, bibliotecario di professione, si è occupato più volte delle vicende vissute dal conte di Cagliostro (1743-1795) in Trentino, pubblicando diversi articoli sull'argomento dal 2003 in poi. E. Tomasi nel novembre 2007 ha tenuto la sua prima conferenza pubblica su questo tema nella sede del Museo Civico di Rovereto e, l'anno successivo, in occasione del 220mo anniversario dall'arrivo a Rovereto del conte, ha promosso e curato l'edizione in anastatica di un raro opuscolo – stampato originariamente in forma anonima a Mori nel 1789 - che riporta il puntuale resoconto di come i Roveretani accolsero tra le loro mura “quell’uomo strano e famoso”.

 
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