Un ciceone africano?

  • di Giorgio Samorini
 
Pubblicato originalmente su Eleusis, n. 4, Aprile 1996, pp. 40-41

I Balanta della Guinea Bissau usano gli estratti acquosi preparati dalle radici di una pianta, chiamata Tchúnfki, nel corso di riti religiosi, per via delle loro proprietà psicoattive (Filippini & Allegri, rip. in 1). La pianta è stata identificata come Securidaca longipedunculata Fres., un arbusto o un alberello di 3-4 m di altezza, appartenente alla famiglia delle Polygalaceae.

Le radici della medesima pianta sono utilizzate nel Malawi, nel distretto di Nsanje, insieme ad altre tre piante (Chenopodium ambrosioides L. - Chenopodiaceae, Asparagus africanus Lam. - Liliaceae, Annona senegalensis Pers. - Annonaceae) per indurre la "possessione spiritica" (5). Inoltre, la medesima pianta è usata nel corso di sedute di cura con probabili implicazioni psicofarmacologiche dai !Kung del Sud Africa (8). I Chopi, sempre del Sud Africa, la usano, insieme alla pianta malpighiacea Sphedamnocarpus pruriens Szysz, come medicina per le persone "possedute dai cattivi spiriti" (7).

Negli anni passati, chimici italiani hanno sorprendentemente ritrovato nelle radici di S.longipedunculata alcaloidi dell'ergot: elimoclavina, deidroelimoclavina e un nuovo composto ergolinico (1,2,6).

A seguito di un'analisi più dettagliata, è stato trovato che gli alcaloidi ergotici (sei in numero) sono presenti nelle radici solamente durante la stagione secca, mentre durante la stagione delle piogge sono presenti cis- e trans-derivati dell'acido cinnamico (9).

Si deve puntualizzare sul fatto che questa pianta, usata tradizionalmente come medicinale in molti paesi africani, è considerata anche tossica, particolarmente nelle radici. Queste sono utilizzate da differenti tribù per uccidere o per commettere suicidio; vengono solitamente inserite nella vagina, rettalmente, uretralmente o anche oralmente. La morte si presenta di solito dopo 12 ore (4,5). Le radici contengono anche metilsalicilato e numerosi composti volatili, quali derivati dell'acido benzoico (3).

Probabilmente, vi sono solo particolari momenti dell'anno durante i quali le radici di questa pianta possiedono proprietà psicotrope.

Verificato che i Balanta usano un estratto acquoso delle radici contenenti alcaloidi dell'ergot per i loro effetti psicotropi, sorge la seguente domanda: potremmo essere qui in presenza di una chiave africana verso la soluzione della psicofarmacologia dei Misteri Eleusini?

Bibliografia

1) COSTA C. & A. BERTAZZI, 1992, Preliminary Studies for Identification of Alkaloids from Securidaca longipedunculata, Il Farmaco, 47:121-126.

2) COSTA A. et al., 1992, Indole Alkaloids from the Roots of an African Plant: Securidaca longipedunculata. Part I, J.Heter.Chem., 29:1641-7.

3) COSTA C. et al., 1992, Gas Chromatography / Mass Spectrometric Investigation of the Volatile Main Components from Roots of Securidaca longipedunculata, Org.Mass Spectr., 27:255-257.

4) GALEFFI C. et al., 1990, New xanthones from Ectiadiopsis oblongifolia and Securidaca longipedunculata, Fitoter., 61:79-81.

5) HARGREAVES B.J., 1986, Plant induced "spirit possession" in Malawi, Soc.Malawi J., 39:26-35.

6) SCANDOLA M. et al., 1994, Structural Study of Alkaloids from Securidaca longipedunculata Roots. Part II, J.Heter.Chem., 31:219-224.

7) WATT J.M. & M.G. BREYER-BRANDWIJK, 1962, Medicinal and Poisonous Plants of Southern and Eastern Africa, Edinburgh & London, Livingstone.

8) WINKLEMAN M. & DOBKIN DE RIOS M., 1989, Psychoactive properties of !Kung Bushmen Medicine Plants, J:Psychoact.Drugs, 21:51-59.

9) WROBEL J.T. et al., n.d., Indole Alkaloids and Other Constituents from the Plant Securidaca longipedunculata Fres., n.d., :15-19.

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