Pomarolo - Sant'Antonio

Le prime notizie sull'edificio risalgono solo al 1232, anno in cui la chiesa venne attaccata e spogliata da Federico di Castelnuovo. Nel 1234 fu invece Briano di Castelbarco a sottrarre all'annesso monastero alcuni beni. Nel 1330 vi era unito un ospizio per pellegrini, in seguito luogo di assistenza aperto a tutti i bisognosi. Si sa però che nel 1524 Alberto di Lodron vi coniava monete false. A partire dal XVII secolo l'edificio venne trasformato in romitorio (l'ultimo eremita scomparve nel 1820). Attualmente la costruzione si compone di due navate, di cui quella meridionale sembra una aggiunta - probabilmente del Quattrocento - al precedente edificio, sorto secondo quanto si ritiene tra la seconda metà del XII secolo e l'inizio del secolo successivo. Il campanile, che sembra coevo all'ampliamento della chiesa, fu eretto prima del 1489 (risulta che una lapide che faceva memoria del passaggio di Federico III nella zona in quell'anno fosse in passato murata nella struttura). Esso presenta la classica cuspide a cono in cotto veronese e un doppio ordine di bifore. Nella chiesa si conservano tracce di importanti affreschi, databili alla prima metà del XIII secolo, tra cui una interessante iconografia di Madonna allattante sulla parete settentrionale. In essa si riconoscono tratti stilistici veneto-bizantini di ispirazione orientale, rari in questa regione. Accanto alla chiesa sorge il palazzo Bossi-Fedrigotti.