Premessa

Socrate non ha lasciato neppure una parola scritta: è un'altra delle caratteristiche che ne fanno un uomo assolutamente moderno. Perché in lui non fu un caso o una pigrizia, ma una scelta. Socrate era contrario alla scrittura e mi sembra che il suo atteggiamento fornisca un elemento di riflessione assai contemporaneo. La scrittura immobilizza e congela il pensiero, lo rende stabile, definitivo e dunque morto. La cultura scritta è uno strumento autoritario: non ammette contraddittorio, non concede a chi ne fruisce alcuna possibilità di dissenso o di risposta.  La cultura orale è invece dialettica, mobile, in continuo divenire: uno strumento di comunicazione collettivo e, diciamo, democratico [...] Oggi noi abbiamo altri strumenti che possono ripristinare la cultura orale: i mezzi audiovisivi. Possiamo tornare al dialogo. (Roberto Rossellini da un'intervista di Lietta Tornabuoni a Rossellini, Appunti del servizio stampa della Rai, 1970)

Anche chi non è professionista di cinema e di televisione conosce la differenza tra le immagini dei cosiddetti film "documentari" e quelle dei film spettacolari. Le immagini dei "documentari" spesso non riescono a risvegliare l'interesse dello spettatore, forse perché essi sono fondamentalmente troppo dimostrativi, troppo esplicitamente didattici e informativi. [...] Un metodo educativo deve essere piacevole. Le immagini visive ci hanno abituato ad aspettarci uno spettacolo.Quindi le immagini usate per educare devono avere l'attrattiva del film spettacolare e nel contempo mantenere il rigore documentaristico.(lettera di Roberto Rossellini a Peter H. Wood in Il mio metodo, Edizioni Marsilio, 1987)

Ho girato questo breve documentario una domenica mattina. Era l'ultima domenica che passavamo a Sana'a, capitale dello Yemen del Nord. Avevo un po' di pellicola avanzata dalle riprese del film (Decameron). Si tratterà forse di una deformazione professionale, ma i problemi di Sana'a li sentivo come problemi miei. La deturpazione, che come lebbra la sta invadendo, mi feriva con un dolore, una rabbia, un senso di impotenza e nello stesso tempo un febbrile desiderio di fare qualcosa, da cui sono stato perentoriamente costretto a filmare. (Pier Paolo Pasolini, tratto da Le Mura di Sana'a, ottobre 1970).*

Citiamo due grandi maestri del cinema italiano poiché desideriamo che il nostro sforzo di raccogliere e diffondere i film della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico contribuisca ad accrescere la Conoscenza e, ci auguriamo, la Sapienza.

Dario Di Blasi
Direttore della Rassegna

*Citazioni tratte da "Divulgazione televisiva e antichità: il documento storicoarcheologico" di Adolfo Conti.

 
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