Premessa


Non è un caso che i curatori della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico abbiano cercato e trovato in un prezioso emblema in argento l'immagine di questa edizione del festival. L'oggetto scelto, rinvenuto a Morgantina insieme al tesoro di Eupolemos e oggi conservato nel Museo Regionale di Aidone, vuole essere un simbolico omaggio al traguardo che, nel compiersi, questo evento oltrepassa.
Celebriamo, in fondo, l'anniversario di uno sposalizio: quello tra la Fondazione Museo Civico di Rovereto, da sempre forte in questa sede anche della preziosa collaborazione di Archeologia Viva, e gli ambienti internazionali della ricerca e del cinema archeologico; tra i fermenti creativi che animano il nostro territorio e i flussi di cultura e di pensiero che attraversano terre lontane; tra la stessa Rassegna, che di questi stimoli si è fatta vetrina e cassa di risonanza, e la comunità che con curiosità l'ha accolta in prima battuta, per sostenerla nel tempo con entusiasmo e con affetto. Ci preme, in questa occasione, esprimere la gratitudine delle istituzioni per la lungimiranza e la competenza di quanti hanno impresso a questo appuntamento un valore culturale e scientifico riconosciuto, e che pure ne hanno presidiato la viva valenza popolare e sociale.
Si è soliti affermare, in questi casi, che a un traguardo non corrisponde la fine di un percorso, ma un nuovo punto di partenza. Ne conveniamo, perché ci piace immaginare che questo matrimonio sia destinato a doppiare la tappa odierna e a raggiungere, tra un tempo lungo quanto quello che è passato, la meta "dorata" del cinquantenario.

Giovanna Sirotti
assessore alla Formazione e al Patrimonio
civico dei saperi del Comune di Rovereto

Giulia Fiorini
presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto



"Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d'Erminia, di Persia e di Tarteria, d'India e di molte altre province" (dal Milione di Marco Polo)
Siamo partiti venticinque anni fa dalle tracce di Paolo Orsi in Sicilia, Calabria e Italia tutta per raccontare attraverso il cinema "tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti" di tutto il mondo dell'archeologia. È passato un quarto di secolo e rimane sopra ogni cosa la soddisfazione di aver raccontato la storia, la vita, la cultura di tante generazioni di popoli. Tutto il resto, come l'essere riferimento imprescindibile per la cinematografia di settore, passa in secondo piano.
La XXV edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico ha raccolto la collaborazione e l'impegno di molte persone, istituzioni culturali e case di produzione cinematografiche che ci stimano probabilmente più di quel che noi meritiamo. Ci scusiamo per non essere riusciti ad accogliere tutti i film, per mancanza di spazi, tempi e risorse (sappiamo che ogni produttore realizza la propria opera con amore e sacrificio, per cui merita il nostro impegno per il futuro…). Il programma della manifestazione è comunque di una ricchezza straordinaria per contenuti e qualità dei filmati. Buona visione.

Dario Di Blasi
curatore della Rassegna



La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico tocca un ragguardevole traguardo. Tutte le venticinque passate edizioni sono state organizzate con la fattiva collaborazione di Archeologia Viva, che ha contribuito a fare della Rassegna roveretana la più importante e partecipata manifestazione del settore a livello mondiale. E tuttavia, un simile risultato non sarebbe stato immaginabile senza l'impegno metodico del Museo Civico di Rovereto nella persona del suo storico direttore Franco Finotti (ora anche di Giulia Fiorini, attiva presidente della giovane Fondazione) e di Dario Di Blasi, che della Rassegna è sempre stato l'intelligente curatore e garante. A loro va il nostro caloroso riconoscimento: per avere fatto vivere ogni anno, senza soluzione di continuità, un evento culturale di tale ineguagliabile valore.

Piero Pruneti
direttore di Archeologia Viva

 
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