merc 28 maggio, ore 18 | NATURALIA ARTIFICIALIA: si inaugura la nuova mostra al Museo della Città di Rovereto
Al Museo della Città si inaugura la nuova mostra Naturalia Artificialia, il 28 maggio 2025 alle ore 18:00. Sarà aperta al pubblico fino al 13 luglio.
Giunta alla sua seconda edizione, Naturalia Artificialia è curata da Francesca Piersanti con la collaborazione di Stefania Santoni e Scuola di Sant’Osvaldo - Distretto Santa Maria, che intreccia ricerca artistica e scientifica, coinvolgendo tre artisti o collettivi chiamati a rileggere e interpretare le collezioni e i saperi del museo attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea.
Torna quindi l’intreccio tra le sezioni e i ricercatori del Museo e l’arte, tra “Naturalia”, oggetti ed elementi naturali, e “Artificialia”, opere in esposizione risultato di processi creativi e artistici.
Le opere prodotte in questa edizione dagli artisti Michael Fliri e Sara Maino, e dal collettivo trentino Mali Weil si sviluppano in forma di narrazioni visive e sonore che attivano un dialogo tra il patrimonio della Fondazione Museo Civico e le pratiche artistiche contemporanee, con particolare attenzione a tre ambiti: archeologia, geologia e zoologia.
Il progetto si articola attraverso una varietà di media – dal product design alla videoinstallazione, dall’installazione sonora al fashion design – offrendo un percorso immersivo e multidisciplinare che accompagna il visitatore lungo le sale del museo.
le opere contemporanee si integrano con reperti e materiali delle collezioni museali, lamine dell’età del bronzo, terre e pigmenti colorati naturali del territorio, e il teschio di un orso polare, in un allestimento che si sviluppa ad anello sul secondo piano del Museo della Città.
Michael Fliri (Tubre BZ, 1978) e l'archeologia
È un artista che opera ai confini tra performance, scultura multimaterica, fotografia e video. La sua pratica si concentra sulla fluidità dell’identità e sulle possibilità di trasformazione, esplorando il concetto di metamorfosi. Maschere e travestimenti sono utilizzati da Fliri come strumenti di occultamento, ma anche come mezzi per rivelare aspetti nascosti dell’identità e della realtà. In mostra, concentrandosi su antiche lamine anatomiche in bronzo provenienti da Coredo, l’artista elabora due nuove opere che approfondiscono il suo percorso di indagine sul corpo e la metamorfosi attraverso l’uso di materiali e forme. Le installazioni propongono una riflessione sulla rappresentazione anatomica, reinterpretata in chiave contemporanea.
Sara Maino (Arco TN, 1970) e la geologia
Artista multidisciplinare, autrice, regista e performer, fonde diversi linguaggi in una narrazione stratificata che si esplica a livello internazionale pur mantenendo una radice nel territorio. La sua arte è radicata nella natura, con una predilezione per i materiali e i pigmenti naturali e per i suoni dell’ambiente. In mostra il suo lavoro si incentra sul torrente Leno, costruendo una narrazione poetica che intreccia idrogeologia, territorio e memoria umana. Il percorso si sviluppa tra videoinstallazione, pittura con pigmenti naturali e installazione sonora, in collaborazione con CDM – Centro Didattico MusicaTeatroDanza.
Mali Weil e la zoologia
Mali Weil è una piattaforma artistica fondata nel 2012 da Elisa Di Liberato, Lorenzo Facchinelli e Mara Ferrieri, con sede a Trento. Intreccia strumenti artistici con linguaggi provenienti dalla filosofia, dalla fiction e dalla scienza, costruendo narrazioni complesse che attraversano performance, product e speculative design, video ed editoria, e si espandono anche in ambiti curatoriali, scuole aperte e itineranti, set up partecipativi. Le tematiche spaziano dall’azione civica e dalla responsabilità nello spazio urbano, fino a immaginari ecologici e politici. Il collettivo porta avanti il proprio lavoro sul tema della diplomazia interspecie, con opere che riflettono sulle relazioni simboliche e politiche tra umani e animali, in particolare orso e lupo. Il progetto in mostra si articola attraverso una videoinstallazione a tre canali, oggetti simbolici, e un “libro delle leggi” in forma di mantella.
Non manca uno spazio dedicato alla consultazione di cataloghi e materiali di approfondimento, per offrire al pubblico ulteriori chiavi di lettura sui temi della mostra.
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