Ottobre caldissimo. La parola all'esperto.

Ottobre caldissimo. La parola all'esperto.

Anche quest'ottobre farà probabilmente segnare un record al rialzo rispetto alle temperature medie. Ne parliamo con Filippo Orlando.

La mattina del 22 ottobre 2019, a Trento, il termometro segnava una temperatura di circa 17°C, ma nel pomeriggio i 20 gradi sono stati abbondantemente superati: temperature normalmente riferibili a una serata di fine agosto/inizio settembre alle nostre latitudini.
Ne parliamo con Filippo Orlando, referente dell’area meteorologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto, presidente dell’Associazione "Meteo Trentino Alto Adige", che segue per il Museo l’antico Osservatorio meteorologico dei Frati di San Rocco, con accesso a serie storiche ultrasecolari.

Ottobre 2019. Ennesimo mese più caldo della media. Ma anche l’anno scorso l’inizio autunno era stato analogamente anomalo...

Effettivamente, dopo un maggio piuttosto fresco, questo mese di ottobre sarà il quinto mese consecutivo del 2019 a risultare più caldo della norma, e di questo passo chiuderà almeno un paio di gradi sopra la media dell’ultimo periodo di riferimento, cioè i 30 anni che vanno dal 1981 al 2010. 

Si può già dire che è comunque il secondo ottobre consecutivo decisamente caldo. L’anno scorso è stato caldissimo, e tra l’altro questa situazione è stata interrotta dalla tempesta Vaia: quando fa così caldo potenzialmente so può anche correre qualche rischio di eventi estremi, cosa che non è matematica, non significa cioé che tutte le volte che fa caldo automaticamente succedano delle catastrofi, però quanto più si alza la temperatura, più c’è dell’energia in gioco, più si corre il rischio.

Si può fare la seguente riflessione: non c’è la possibilità di stabilire con certezza che la tempesta Vaia sia direttamente correlata ai cambiamenti climatici, in quanto eventi estremi nella storia ne sono successi diversi, come la tempesta Lothar, nel 1999, che ha fatto danni in Svizzera e in Francia.
Noi abbiamo comunque sperimentato nel 2018 una sinottica, ovvero una situazione a livello barico molto simile a quella del 1966, anno dell’alluvione a Trento. In quell'occasione abbiamo avuto delle precipitazioni forti come per Vaia. La sinottica, se si osserva  la rianalisi delle carte dell’epoca, era praticamente sovrapponibile, o comunque molto, molto simile. Anche nell’ottobre 2018 ha piovuto tanto quanto, se non addirittura di più rispetto al 1966, però Trento non si è allagata perché al giorno d'oggi ci sono più opere idrauliche, e in più nel 2018 si veniva da un periodo estremamente caldo e secco, per cui gli invasi erano vuoti…

Quindi il lavoro del meteorologo e del climatologo è importante per orientare eventualmente anche le opere da effettuare da parte di chi gestisce il territorio per prevenire i rischi.

Esatto. Ad esempio la Liguria ha una caratteristica orografica particolare, è come un semicerchio che abbraccia il Mar Ligure, con pochissima costa sovrastata immediatamente dalle montagne: quando arrivano le perturbazioni dal cuore del Mediterraneo, le nuvole si strizzano come delle spugne sulle montagne e ci sono quindi dei rain rates, delle intensità di pioggia, molto più elevati che in Trentino. Per fare un esempio pratico, a Rovereto mediamente abbiamo 1000 mm di pioggia all’anno, mentre in Liguria questo valore raddoppia o triplica, e talvolta può succedere che in autunno si possono abbattere anche 4-500 mm di pioggia in un paio di giorni, durante eventi estremi. Se oltre a ciò, in più non c’è una buona gestione del territorio, e l’uomo occupa malamente gli spazi cementificando in modo incontrollato, tombando i fiumi per costruirci sopra, aumenta il rischio legato ai fenomeni naturali, che con i cambiamenti climatici sono sempre più frequenti e sempre più violenti.


Quindi la meteorologia è importante per la prevenzione del rischio legato a eventuali cambiamenti climatici, senza fare terrorismo, ma con una maggiore consapevolezza. Il territorio italiano tra l’altro è molto delicato dal punto di vista idrogeologico, quindi la sensibilizzazione sia nei confronti del cittadino medio che della politica e di chi deve prendere decisioni sulla gestione e l’utilizzo del territorio e sulle infrastrutture, è fondamentale.

Probabilmente la riflessione rispetto a questi tipi di tematica merita un palcoscenico diverso da quello, per definizione banalizzato ed esasperato, dei social o del dibattito televisivo politico-mediatico tanto popolare al momento, in virtù anche delle recenti iniziative o fenomeni popolari a livello globale, come i Friday for future.

Decisamente. Ci sarà modo di parlare di previsioni meteo e di tutte le tematiche correlate a Rovereto, insieme a molti esperti, durante la quinta edizione del Festival della Meteorologia di cui la Fondazione Museo Civico è coorganizzatrice insieme all'Università di Trento dal 15 al 17 novembre.
E’ un momento fondamentale per fare il punto della situazione sullo stato dell’arte degli studi meteorologici, ma già nella presentazione dell’evento si dice anche che il festival vuole essere 

un'occasione di confronto per capire quale sia il ruolo che la meteorologia può e deve assumere per far fronte ai cambiamenti climatici, ad ogni livello: dal coadiuvare le politiche pubbliche all'educazione generalista che coinvolge ogni cittadino.

 

Il programma sul sito: https://event.unitn.it/festivalmeteorologia2019/

 

 
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