Villa Lagarina
La presenza dell'uomo sul territorio di Villa Lagarina è testimoniata sin dalla preistoria: al Neolitico si data la necropoli di Pal Alt (Cesuino), e in località Pizzini si sono scoperte tracce di un villaggio dell'età del Bronzo. L'area di Castellano, dominata dal castello di origine medievale (XIII secolo) che fu dei Castelbarco e dei Lodron, è ricca di testimonianze storico-archeologiche: a Prà del Rover, in età romana, un gruppo di artigiani impiantò una manifattura laterizia (figlina) per la produzione di mattoni, tegole e pesi da telaio di terracotta, che venivano trasportati verso il fondovalle attraverso un importante tronco viario. Dipende probabilmente dall'antica viabilità anche l'occupazione del sito di S. Martino, poco distante da Prà del Rover, con reperti dell'età del Rame e dell'età del Bronzo finale, oltre a una chiesetta altomedievale. All'alto medioevo è attribuibile anche un insieme di tombe in prossimità della chiesa dell'Assunta, nel cuore di Villa Lagarina, uno degli edifici barocchi più importanti del Trentino. I numerosi palazzi nobiliari, come quello dei marchesi Guerrieri Gonzaga, le dimore dei conti Marzani e dei Madernini che si affacciano sulla piazza Riolfatti, rendono la cittadina uno dei più significativi esempi di borgo barocco. Tra gli altri luoghi di interesse, in prossimità di Piazzo spicca l'imponente Filatoio, testimonianza dell'antica industria della seta, costruito dal conte Filippo Marzani nel 1802.
Dal punto di vista naturalistico, il territorio è caratterizzato da due ampi terrazzamenti, quello di Pedersano e quello di Castellano. Peculiare risulta la conca di Cei, resa irregolare da depositi glaciali e da accumuli di frana. Il territorio è ricco di sorgenti, tra cui le risorgenze della Selva di Daiano. Le grotte più note sono il Bus de la Vecia presso Castellano e il Bus de le Guane sotto la Chiesetta di S. Martino. La flora è assai ricca: circa 1250 specie, oltre la metà della flora dell'intero Trentino. Importante elemento di diversità floristica è costituito dal sito natura 2000 "Pra dall'Albi-Cei", dove si trovano tra l'altro Salix rosmarinifolia e Teucrium scordium. Nella fascia superiore si trovano varie specie tipiche della flora alpina, tra cui Anthyllis montana, Hypericum coris e l'endemica Primula spectabilis. La fauna è pure molto ricca. Le aree prative della Val di Cei ospitano uccelli rari come il re di quaglie e il succiacapre. Le zone umide ospitano una ricca comunità di anfibi, come il tritone alpestre e la salamandra pezzata. Nel lago di Cei è presente la rara libellula esna grande e si possono osservare facilmente la natrice dal collare e la folaga. Nei boschi d'alto fusto è presente il gallo cedrone, oltre ai più comuni allocco e picchio nero. Le zone superiori sono zone di caccia dell'aquila reale. Da citare infine l'orso bruno, avvistato sempre più spesso negli ultimi anni.
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"Destra Adige Lagarina"
Paesaggi e tradizioni, Natura e Cultura lungo il filo rosso dell'antica strada
Il progetto, sostenuto dalla Provincia Autonoma di Trento, di valorizzazione del paesaggio collinare al fine di potenziare il locale distretto agro-turistico-ambientale, ha posto come priorità la riqualificazione della viabilità storica di collegamento fra Isera, Nogaredo, Villa Lagarina, Pomarolo e Nomi. Ciò ha consentito di recuperare tratti di muro a secco, di strada e insieme a loro scorci di storia, che raccontano della fruizione passata di queste zone.
Documenti da scaricare
- Pannello Introduttivo - Villa Lagarina(file pdf, 1.135 KB)