Villa Lagarina - San Martino di Cei
Archeologia
I reperti in selce e terracotta rinvenuti occasionalmente sul colle di S. Martino indicano che il sito fu sede di un abitato su altura (castelliere) fra l'Età del Rame (III millennio a. C.) e l'età del Bronzo finale (Marzatico 1992, p. 48); da questa località, proviene in particolare un frammento di orlo appartenente a un vaso del "tipo Luco", un tipico boccale monoansato con bordo a spigolo vivo interno, che prende il nome da un sito dell'Alto Adige e rappresenta il "fossile guida" di una cultura diffusa nella nostra regione fra il 1200 e il 1000 a.C. In base a questi indizi, San Martino si può considerare l'insediamento della preistoria recente altimetricamente più elevato di tutta la Vallagarina; la sua lunga vita, non certa ma comunque probabile per le fasi del Bronzo antico e medio, appare giustificata dalla sua posizione strategica, verosimilmente a controllo di una rete viaria che nell'antichità doveva rivestire una notevole importanza (Tecchiati 1996, p. 109).
Chiesa di San Martino
La storia della chiesa di San Martino, il suggestivo edificio che sorge solitario su un'altura nei pressi del Lago di Cei, rimane ancora oggi in gran parte sconosciuta nonostante gli sforzi anche recenti di storici e archeologi. La posizione strategica a presidio di un luogo di transito, suggerita tra l'altro dal toponimo "Trasiel", sembra giustificare la presenza di un insediamento a partire circa dall'età del Rame, come testimoniano alcuni reperti sporadici, e la frequentazione del sito in età romana, attestata dalla vicina fabbrica di laterizi di Prà del Rovro (IV-V secolo d.C.). Alcuni indizi portano a ipotizzare la fortificazione del luogo in età altomedievale (circa VI-VII secolo) e la costruzione della chiesa anteriormente al X secolo. Le fonti ne fanno menzione però solo tra il 1220 e il 1309, segnalando anche l'esistenza di una comunità religiosa, dedita forse ad opere assistenziali, ad essa collegata. Dalla prima metà del Seicento il posto, che anticamente ospitava anche edifici oggi scomparsi, fu trasformato in eremitaggio, e tale rimase fino alla fine del secolo successivo, quando l'immobile fu acquistato dall'allora Comune di Pedersano. Trasferito in seguito a privati, è stato recentemente riacquistato dal Comune di Villalagarina che ne ha promosso il recupero.