Ronzo Chienis
L'itinerario, fortemente voluto dalla Comunità della Vallagarina e dal Comune di Ronzo-Chienis, si snoda lungo le pendici occidentali del Monte Biaena e attraversa alcuni degli ambienti più caratteristici del paesaggio dell'alta Val di Gresta. A disposizione degli escursionisti e delle scuole sono stati predisposti vari pannelli didattici che descrivono il territorio dal punto di vista archeologico, storico-artistico, geologico, fisico, botanico e zoologico. Lo scopo è quello di suscitare curiosità e interesse pressi i numerosi frequentatori della zona.
Le "Giazère" e la Grotta di Stenone
Il versante nordoccidentale del Monte Biaena è caratterizzato, alla sua base, da un accumulo di frana postglaciale di rocce di origine eocenica e oligocenica (tra 48 e 28 milioni di anni fa), con presenza di una ricca vegetazione. In questo particolare ambiente all'interno dell'ammasso franoso si possono osservare delle cavità naturali costituite da sistemi di cunicoli, piccole grotte e anfratti delle "Giazère", in cui si formano e si accumulano quantità di neve e ghiaccio che permangono anche durante l'estate, e che tradizionalmente venivano utilizzate come veri e propri "frigoriferi naturali". Il ghiaccio veniva accuratamente raccolto e trasportato dagli abitanti del luogo nelle case per l'utilizzo domestico, primo fra tutti per la conservazione dei cibi.
Le "Giazère" devono questo fenomeno singolare alla circolazione, all'interno dei sistemi di cunicoli, di correnti che si raffreddano durante il percorso, raggiungendo alla base dei massi di frana temperature vicine allo zero e provocando, per fenomeni fisici legati al contenuto di umidità dell'aria e specialmente nella bella stagione quando la temperatura esterna è alta, la formazione di ghiaccio. La più nota "Giazèra" della zona è la cosiddetta "Grotta del Ghiaccio" o "Bus del Giaz" in località Gazza 1665 m di altitudine, proprio sopra l'abitato di Ronzo, una delle più grandi del genere in Italia. La cavità prese il nome di "Grotta di Stenone" dal famoso medico, naturalista – e più tardi anche vescovo – danese Niels Stensen (Nicolò Stenone, 1638-1686), che per primo esplorò e studiò la grotta e i fenomeni che la caratterizzano con metodo scientifico, osservandoli e descrivendoli in una lettera indirizzata al Granduca Cosimo III de Medici. Stensen, durante i suoi viaggi di ricerca in Europa e nei periodi di trasferta in Italia, era entrato in contatto con numerosi scienziati tra i quali i discepoli di Galileo Francesco Redi e Vincenzo Viviani, ed era divenuto medico di corte per i Medici di Firenze, per i quali curava anche le raccolte paleontologiche e mineralogiche di Palazzo Pitti. Ospite di Francesco di Castelbarco nel Castello di Gresta durante il suo viaggio di studio nelle Alpi nel 1671, ebbe l'occasione di effettuare diverse escursioni alla grotta, di cui tracciò un'accurata planimetria e di cui studiò con attenzione le fessure, la circolazione dell'aria e le raccolte di ghiaccio, offrendo una delle prime testimonianze di scienza speleologica in Trentino.
Testo
Claudia Beretta
Foto
1. 2. 3. Grotta di Stenone | Foto di Giancarlo Mauri
Documenti da scaricare
- Pannello Introduttivo - Ronzo Chienis(file pdf, 2.759 KB)