Lettere dal passato
Maurizio Battisti e Barbara Maurina* sulla corrispondenza inedita di Paolo Orsi: un tesoro che oggi è disponibile a tutti.
Fin dalla sua fondazione, alla metà dell’Ottocento, il Museo Civico di Rovereto si è dedicato alla raccolta e allo studio di reperti e dati archeologici provenienti dal Trentino. Questo patrimonio si è ampliato nel tempo anche grazie all’avvio di progetti di ricerca mirati; al contempo si è progressivamente accresciuto l’impegno per la sua valorizzazione e divulgazione, attraverso strumenti tradizionali e a mezzi più innovativi, come quelli offerti dal web. Negli ultimi anni, infatti, il museo ha promosso la pubblicazione on-line delle sue banche-dati e dei suoi archivi cartacei, fotografici e cinematografici. Accessibili agli utenti sul sito www.museocivico.rovereto.tn.it, essi riguardano, tra l’altro, le collezioni museali di reperti paletnologici, archeologici e numismatici, il patrimonio archeologico diffuso sul territorio e gli archivi relativi ai grandi personaggi roveretani protagonisti della ricerca archeologica fra ‘800 e ‘900: Paolo Orsi e Federico Halbherr. In particolare, nel 2010, a seguito della mostra “Orsi, Halbherr, Gerola. L’archeologia italiana nel Mediterraneo”, allestita in occasione del centocinquantenario della nascita di Paolo Orsi, il Museo Civico, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, ha promosso e avviato un progetto volto alla messa online degli archivi Halbherr e Orsi conservati in diverse sedi roveretane (oltre alla Fondazione Museo Civico, l’Accademia degli Agiati e la Biblioteca Civica), con lo scopo di rendere facilmente fruibile a un pubblico più ampio possibile questo inestimabile patrimonio altrimenti inaccessibile ai più. Il sito internet, dove è possibile raccogliere, organizzare e integrare documenti diversi, come testi, immagini, video e mappe, rappresenta infatti oggi il luogo ideale in cui condividere il sapere.
A questo impegnativo progetto, nel 2013 è andato ad aggiungersi in tassello importante e per certi versi insperato: la Fondazione Museo Civico di Rovereto ha acquisito dagli attuali discendenti di Paolo Orsi cinquantasette faldoni contenenti migliaia di lettere ricevute dall’archeologo roveretano fra il 1881 e il 1932. Una corrispondenza che si riteneva scomparsa e che invece torna a far parte della nostra memoria collettiva gettando nuova luce sulla storia degli studi archeologici e su aspetti sociali e politici della storia italiana e trentina. Da due anni a questa parte il museo sta procedendo all’inventariazione e alla schedatura di questo importante patrimonio, costituito da circa ottomila lettere, ancora una volta grazie al contributo della Fondazione CARITRO.
Finora sono stati inventariati, schedati e scansionati oltre cinquemila documenti, fra lettere, cartoline, telegrammi, inviti e annunci. Oltre alla posta ricevuta nei faldoni figurano anche alcuni manoscritti dello stesso Orsi: minute di lettere autografe (bozze di lettere inviate), appunti, annotazioni e testi redatti in preparazione di discorsi pubblici o articoli divulgativi per quotidiani, guide turistiche, riviste.
Di notevole interesse e valenza storica il fitto scambio di lettere con i grandi archeologi, epigrafisti, letterati, antropologi e studiosi dell’epoca, che facevano arrivare le loro missive presso l’ufficio di Paolo Orsi, allora direttore del Museo Archeologico di Siracusa, da ogni angolo del pianeta: dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Svezia all’Egitto. Piuttosto fitta anche la corrispondenza con l’amico e collega roveretano Federico Halbherr, del quale abbiamo messo in rete finora ottantatre missive inedite, che vanno ad aggiungersi a quelle già acquisite, appartenenti agli archivi del Museo e della Biblioteca Civica di Rovereto. In questi documenti non si parla solo di archeologia, ma viene fotografata anche l’evoluzione sociale, politica ed economica della Città della Quercia; particolarmente toccanti gli accenni alla disastrosa situazione prodottasi durante e immediatamente dopo la Grande Guerra. In tal senso è illuminante anche la corrispondenza di Orsi con i parenti rimasti in Trentino o emigrati nelle regioni limitrofe, nella quale possiamo scorgere la costante preoccupazione per i familiari mandati a combattere e condividere con essi il dolore per la morte, sul fronte del Monte Grappa, di uno dei più giovani nipoti dell’archeologo, Igino Tretti. Dall’epistolario emergono anche nuovi elementi utili a ricostruire la storia delle più antiche istituzioni culturali roveretane: Accademia Roveretana degli Agiati, Museo Civico, Biblioteca Civica e Museo Storico Italiano della Guerra. La corrispondenza con il direttore del Museo Giovanni de Cobelli, con don Antonio Rossaro e con altre personalità eminenti locali fornisce un quadro dettagliato e, soprattutto, vissuto, relativo a collaborazioni e diatribe fra questi enti e alla loro interazione con il Comune di Rovereto e, dopo la prima guerra mondiale, con lo Stato Italiano.
L’elenco delle lettere finora schedate è visibile sul sito internet della Fondazione Museo Civico di Rovereto e verrà costantemente aggiornato con la progressione dei lavori. Gli abbonati possono inoltre accedere alla scheda completa dei singoli documenti, che comprende anche la scansione degli stessi.
* Sezione Archeologia e Numismatica della Fondazione Museo Civico di Rovereto
Foto 1 Orsi nel suo studio del Museo Acheologico di Siracusa, 1914. La foto è tratta dall'archivio fotografico on line del museo.
Foto 2 Il "tesoro ritrovato" appena consegnato.
Foto 3 Una cartolina inedita di Federico Halbherr a Orsi, 1915. Halbherr chiede a Orsi, che è in constante contatto con i ministeri, notizie su alcuni soldati di cui non si hanno più notizie.