Grotte, cavità e crateri, ma non solo
Cavo, cavi, cave caves: il progetto multidisciplinare passa da Trento ad Arco
Non sono soltanto grotte. Non sono solo cavità, né crateri. Sono anche luoghi della mente e della fantasia, del sacro e della superstizione; sono ripari primitivi e la scena di antiche leggende.
"Cavo, cavi, cave… caves": il progetto multidisciplinare che fin dal titolo le declina in ragione del punto di vista adottato – sia quello naturalistico, storico-archeologico o artistico - arriva ad Arco per riprendere il filo della narrazione interrotta a Trento.
Promosso e curato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto insieme alla Sat di Trento con il sostegno della Fondazione Caritro, il percorso itinerante si era aperto, alla fine dello scorso anno, nel capoluogo, per raccontare grotte e cavità attraverso mostre, attività didattiche, conferenze e uscite sul campo.
Della prima tappa resta un’ampia documentazione. A partire dai materiali dell’intervento “Antri, ripari e caverne del Trentino fra archeologia e leggenda” animato da Maurizio Battisti, archeologo presso la Fondazione Museo Civico di Rovereto e presidente dell'Associazione Lagarina di Storia Antica. Un viaggio attraverso grotte, anfratti e ripari rocciosi del Trentino, guidati da affascinanti e misteriose leggende nate tra le montagne alpine, sospesi in un mondo che si trova a metà tra realtà e fantasia.
Tre i film proiettati nel corso della seconda serata: l’occasione per conoscere, insieme ai soggetti, anche gli strumenti e i toni della divulgazione scientifica in uso nel passato, nel campo degli scavi stratigrafici in grotta, nell'ambito della paleontologia e in quello dell'archeologia. La breve rassegna, introdotta da Stefano Marconi, responsabile dei laboratori di Archeozoologia e Dendrocronologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto, si è aperta con il cortometraggio "Nel regno dagli occhi chiusi” prodotto nel 1953 per restituire, con piglio enfatico, la cronaca delle ricerche effettuate nei mesi precedenti presso la Grotta di Castel Tesino. Sono stati proposti a seguire un secondo corto dedicato alla "Grotta dei pipistrelli" di Avio e alle ricerche relative all'Ursus spelaeus lì effettuate nel ’98 e un terzo film dal titolo "L'avventura dell'archeologia", prodotto nel ’98 per illustrare alcuni siti archeologici indicativi del cammino culturale umano in Vallagarina.
Ai significati simbolici della grotta dipinta o costruita ha guardato il lavoro di Paola Pizzamano, responsabile della Sezione Arte della Fondazione MCR, che nel contributo “La grotta nell’arte” ha illustrato alcune testimonianze storico-artistiche capaci di suggerire significati in relazione al contesto culturale in cui sono state realizzate. Attraverso i secoli, la grotta ha assunto significati simbolici, passando spesso dalla semplice rappresentazione a pretesto narrativo, per suggerire storie, come elemento caratterizzante di determinati soggetti. Attraverso la ricerca delle immagini emergono soggetti in cui la rappresentazione della grotta diventa espressione di valori, spesso elemento che determina il senso dell'opera, dal suo significato simbolico fino alla sua valenza naturalistica.
Marco Ischia, speleologo e scrittore, ha proposto una digressione sulle vicende della speleologia trentina, raccontando le storie dei personaggi, delle ricognizioni e dei siti; Mauro Zambotto, sostituto dirigente del Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento, ha illustrato le principali tematiche connesse con l'esplorazione e lo studio scientifico delle grotte naturali in ambiente carsico, con particolare riferimento al territorio trentino. Insomma, ha raccontato ciò che la speleologia può svelare in campo scientifico e antropologico. L’ultimo appuntamento è stato affidato a Francesco Luzzini, naturalista e storico della scienza, che nell’“esplorazione speleologica in età moderna” ha tratteggiato quella luminosa esplosione di sapere che coinvolse, in un’epoca in cui i confini tra i saperi erano spesso labilissimi, scienza e filosofia, storia, geografia, letteratura, archeologia, antropologia e folclore.
Allestita per l'intera durata della tappa anche la mostra "Cavo, cava...Caves", che ritroveremo nelle prossime sessioni e conosceremo da vicino nelle puntate successive di questo notiziario.