Giornata Internazionale dei Viaggi dellUomo nello Spazio: cosè cambiato dal 1961?
Esattamente 60 anni fa, il 12 aprile 1961, Yuri Gagarin viaggiò nello Spazio per la prima volta nella storia. Compì il primo volo orbitale attorno alla Terra in unora e 48 minuti a bordo della capsula spaziale Vostok 1, a 320 km dal suolo terrestre.
Proprio per questo motivo, nel 2011 le Nazioni Unite hanno reso il 12 aprile la Giornata Internazionale dei Viaggi dell'Uomo nello Spazio (International Day of Human Space Flight) per celebrare l'inizio dei viaggi spaziali per l'umanità, l'importanza del contributo scientifico e tecnologico dato dalle missioni spaziali nel raggiungere obiettivi di sviluppo delle nazioni e delle persone e nel contempo mantenere rapporti internazionali pacifici nello spazio.
Il viaggio di Yuri Gagarin, cittadino sovietico, ha segnato l'inizio di una vera e propria era storica a soltanto 4 anni di distanza dal primo lancio di un satellite artificiale, Sputnik I, sempre da parte dell'URSS. A partire da lui gli uomini e le donne che hanno preso parte a voli e missioni spaziali sono stati centinaia. La prima donna ad orbitare attorno alla Terra fu Valentina Tereshkova il 16 giugno 1963. Dopo i cosmonauti sovietici, furono gli astronauti statunitensi ad essere mandati in orbita. Negli anni successivi, il settore si ampliò ed altri stati videro i loro cittadini viaggiare nello spazio. Per l'Italia il primo astronauta fu Franco Malerba, che prese parte alla missione TSS-1, e che viaggiò il 31 luglio 1982 a bordo dello shuttle Atlantis.
Nascono le prime collaborazioni internazionali
Nonostante le prime fasi dell'era dei voli spaziali siano state caratterizzate dalla presenza della guerra fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti d'America, ci si rende subito conto che lo Spazio deve diventare un luogo esterno a questo tipo di conflitti. Obiettivi ambiziosi come quelli delle missioni spaziali necessitano di un contesto pacifico e libero dalle ostilità terrene. Già nel 1975 nacque il primo progetto di collaborazione internazionale, proprio tra USA e URSS, con il programma che prevedeva il docking tra le navicelle Apollo e Soyuz. Docking in gergo astronomico sta ad indicare l'attracco che avviene tra due navicelle quando si trovano in orbita attorno alla Terra, la stessa cosa che si verifica anche quando una navicella cargo si “connette” con la Stazione Spaziale Internazionale in modo che gli astronauti possano recuperare tutto il carico custodito al suo interno.
Successive collaborazioni internazionali non si fanno attendere: tra queste, quella che porterà alla fondazione dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), di cui l'Italia è uno stato membro, e che da subito occupò un importante posto a fianco di NASA e Roscosmos, l'Agenzia Spaziale Russa. Infatti, queste tre agenzie al momento sono tra le principali strutture che addestrano gli astronauti che a turno abitano la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La ISS orbita a circa 420 km dalla superficie terrestre e compie un giro attorno alla Terra ogni 90 minuti. È stata costruita assemblando in orbita pezzo dopo pezzo e sono state necessarie 40 missioni per completarla. La ISS nasce dalla più grande collaborazione internazionale tra NASA, ESA, Roscosmos, JAXA (Agenzia Spaziale Giapponese) e CSA (Agenzia Spaziale Canadese). Il primo modulo fu lanciato nel 1998 da Roscosmos.
In questo 2021 si celebra anche il ventesimo anniversario della presenza continuativa di persone nello Spazio: dal 2001 non è passato un giorno senza avere almeno un astronauta che abitasse la ISS. Questo segna un altro traguardo importante che sottolinea ancora una volta come la collaborazione internazionale nello Spazio sia di vitale importanza e che lo sforzo congiunto di più agenzie e Stati permetta il raggiungimento di traguardi molto ambiziosi.
Viaggi spaziali per monitorare la Terra e migliorare la vita
Tuttavia, parlando di missioni spaziali, si incappa spesso in domande e riflessioni. I viaggi spaziali, sebbene affascinanti e molto seguiti nel mondo, vengono visti come avvenimenti molto lontani dalla nostra vita quotidiana e sorge spontaneo chiedersi come mai così tanto impegno e denaro vengano impiegati in questo ambito. In realtà, i vantaggi tratti non sono poi così lontani dalla nostra vita di tutti i giorni.
La stessa ISS non è soltanto il primo step per sviluppare viaggi spaziali di lunga durata e per studiare il corpo umano in microgravità, ma ha anche il compito di monitorare il nostro pianeta. Dalla ISS gli astronauti fotografano la superficie terrestre per osservare le zone più disabitate e controllare i cambiamenti in atto. Queste fotografie, ad esempio, sono uno strumento fondamentale nella previsione e nell'osservazione dello sviluppo di uragani sull'Oceano Atlantico. Inoltre vengono condotti centinaia di esperimenti che possono portare allo sviluppo di nuove tecnologie in grado di curare malattie e rendere la vita quotidiana migliore.
Già nel 1970, subito dopo il successo delle missioni Apollo, il direttore della NASA Ernst Stuhlinger scrisse in una lettera aperta: "[Spesso il progresso tecnologico non è] realizzato attraverso un approccio diretto, ma tramite obiettivi più grandi e ambiziosi che portano a una maggiore motivazione, che spingono l'immaginazione oltre e fanno sì che gli uomini diano il loro meglio. [Le missioni spaziali ci hanno] aperto gli occhi sul fatto che la nostra Terra è una bellissima e preziosa isola sospesa nel vuoto, e che non c'è altro posto per noi in cui vivere. L'era spaziale non è solamente uno specchio per vedere noi stessi, è anche una risorsa che ci dà le tecnologie, la motivazione e anche l'ottimismo per affrontare questi problemi con fiducia."
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di Matilde Gugole
astronoma, impegnata presso la Fondazione MCR in un progetto di tirocinio per il Master in Comunicazione delle Scienze dell'Università degli Studi di Padova