Darwin day 2022, l'evoluzione in tempi di global change

Darwin day 2022, l'evoluzione in tempi di global change

Celebrare il compleanno di Charles Darwin, il 12 febbraio, significa ribadire il valore fondamentale che il metodo scientifico e la ricerca hanno per la tutela dell'ambiente.

Si legge in 4 minuti: il tempo di un cappuccino!

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"L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umilmente, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali." 
(Charles Darwin, L'origine dell'uomo, 1871)

Come ogni anno, il 12 febbraio si festeggia il compleanno di Charles Darwin. Un giorno, il Darwin day, nato inizialmente nei Paesi anglosassoni e ora diventato tradizione in tutto il mondo, che vuole avere un significato profondo: quello di ispirare le persone a riflettere sull'importanza del metodo scientifico, dei valori della ricerca e del pensiero razionale nella nostra società.

La Fondazione Museo Civico di Rovereto quest'anno partecipa all'evento in programma al Museo di Storia Naturale di Milano intitolato "La lunga estate calda. L'evoluzione in un clima che cambia", trattando il tema delle evidenze dei cambiamenti climatici nella flora spontanea locale.

Se cambia il clima, qual è la risposta delle specie?

Il global change è un argomento molto attuale e le ricerche scientifiche dimostrano che i cambiamenti climatici a scala planetaria sono in gran parte imputabili alle attività umane mostrando purtroppo effetti significativi negli ambienti naturali (come la fusione dei ghiacciai, l'innalzamento del livello dei mari, la desertificazione, e così via). Ma ci sono altre evidenze? In un'ottica "darwiniana" è inevitabile chiedersi quale possa essere la risposta delle specie a tale cambiamento. In occasione del Darwin day 2022 la sezione di botanica del Museo presenta i risultati degli studi effettuati sui cambiamenti floristici indotti dal riscaldamento climatico nelle Alpi. Il comportamento delle specie connesse al global change è un tema sempre più affrontato nella letteratura scientifica internazionale e la tendenza sembra ormai chiara: secondo le ricerche in Europa negli ultimi decenni le specie, in risposta al clima sempre più caldo, tendono a migrare sia in senso orizzontale (da sud verso nord) che in senso verticale (risalita a quote più elevate).

Darwin day 2022

In foto: in seguito ai cambiamenti climatici le specie floristiche tendono a spostarsi da sud a nord e dal basso verso l'alto.

Questo fenomeno è stato evidenziato anche localmente, per esempio sul Monte Baldo, dai botanici della Fondazione Museo Civico di Rovereto, con la collaborazione dell'Università di Padova (Dainese et al., 2017). Analizzando un dataset di oltre 130.000 segnalazioni floristiche raccolte sul Monte Baldo, massiccio montuoso prealpino a scavalco tra Trentino-Alto Adige e Provincia di Verona, è stato individuato un netto trend di risalita delle piante, dimostrando inoltre che le entità esotiche (ovvero, le specie alloctone provenienti da altri Paesi) risalgono con velocità doppia rispetto alle autoctone.

Analoghe tendenze si evidenziano nel Trentino in generale, sia dal confronto dei record altitudinali antichi/recenti, sia dall'analisi dell'andamento delle quote minime di rilevamento delle specie, secondo la time series degli ultimi 28 anni (dal 1991 al 2019), portando alla stessa conclusione: l'esistenza di un rialzo delle quote minime delle specie (compresi gli alberi e gli arbusti). Per quanto riguarda gli spostamenti della flora in senso orizzontale, sulla base dei dati floristici pubblicati nell'Atlante della Flora del Trentino (Prosser et al. 2019), i botanici del Museo hanno evidenziato la direttrice da sud verso nord come la principale via d'ingresso di specie mediterranee.

Ma cosa succederà in futuro?

In base ai modelli (Geppert et al., 2020), se il clima continuasse a scaldarsi con il ritmo attuale, in alcuni decenni la situazione per la flora alpina potrebbe implicare, oltre al generale innalzamento progressivo del limite altitudinale delle specie, l'ingresso di talune specie e, purtroppo, l'estinzione di altre. Tra le più a rischio ci sono le Orchidaceae, famiglia di piante tra l'altro molto trattata negli studi di Darwin. Quando pensiamo a Darwin e alla sua teoria sull'origine delle specie, ci ricordiamo dei suoi viaggi alle Galapagos, delle testuggini e dei fringuelli, ma poco ricordiamo di quanto egli abbia prestato grande attenzione alle osservazioni botaniche e alle orchidee in particolare, che hanno avuto un ruolo senza dubbio rilevante nell'elaborazione della sua teoria dell'evoluzione per selezione naturale. È importante ricordare infatti che Darwin, rivolgendo molta dedizione al regno vegetale, apportò nuove conoscenze anche in ambito botanico.

Ophrys sphegodes

In foto: Ophrys sphegodes, in italiano chiamata Fior ragno perché ne ricorda l'aspetto. è una specie inserita nella lista rossa del Trentino (VU). Tra le orchidee spontanee, è la specie più precoce e inizia a fiorire già in gennaio-febbraio.

"Sono pienamente convinto che le specie non sono immutabili; ma che tutte quelle che appartengono a ciò che chiamasi lo stesso genere, sono la posterità diretta di qualche altra specie generalmente estinta." 
(Charles Darwin, L'origine delle specie, 1859)

Bibliografia citata

Darwin C., I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti (1862), tr. it. di G. Canestrini e L. Moschen, Torino, UTET 1883, pp. 204-205.

Darwin C., Le piante insettivore (1875), a cura di G. Canestrini e P. A. Saccardo, Torino, UTET 1878, p. 196.

Darwin C., F. Darwin, Il potere di movimento nelle piante (1880), tr. it. di G. e R. Canestrini, Torino, UTET 1884, p. 373.

Dainese, Matteo, Sami Aikio, Philip E. Hulme, Alessio Bertolli, Filippo Prosser & Lorenzo Marini (2017), Human disturbance and upward expansion of plants in a warming climate, Nature Climate Change, 7: 577-580
dx.doi.org/10.1038/nclimate3337
www.nature.com/nclimate/journal/v7/n8/abs/nclimate3337.html#- supplementary-information.

Geppert C., Perazza G., Wilson R., Bertolli A., Prosser F., Melchiori G., Marini L. (2020), Consistent population declines but idiosyncratic range shifts in Alpine orchids under global change. Nature Communications, 11. 5835. 10.1038/s41467-020-19680-2.

L'intervento di Filippo Prosser della sezione Botanica della Fondazione Museo Civico di Rovereto si potrà ascoltare in diretta sabato 12 febbraio 2022 alle ore 15.30 al seguente link: https://youtu.be/zZ16f9_crVI

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a cura di Giulia Tomasi, Sezione Botanica Fondazione MCR

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