Venere di Willendorf, fu scolpita in Trentino una delle opere d'arte più celebri della Preistoria?

Venere di Willendorf, fu scolpita in Trentino una delle opere d'arte più celebri della Preistoria?

La pietra dalle arrotondate forme femminili, ritrovata in Austria a inizio '900, potrebbe provenire dalla zona compresa fra il Monte Baldo e i Lessini. Lo dice un recente studio interdisciplinare di archeologia e geologia.

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Una delle più antiche e famose statuette femminili d'Europa, la cosiddetta Venere di Willendorf, potrebbe essere stata scolpita nel Trentino meridionale, al confine con il Veneto. Questo secondo uno studio recente dell'Università di Vienna pubblicato lo scorso 28 febbraio sulla rivista "Scientific Reports". Il manufatto, che è stato datato a circa 30.000 anni dal presente, fu rinvenuto lungo il Danubio austriaco in località Willendorf nel 1908 ed è attualmente conservato nel Naturhistorisches Museum di Vienna. Si tratta di una piccola scultura in pietra (11 cm) che rappresenta un corpo femminile originariamente dipinta con ocra rossa. Le curve di seno, fianchi e natiche sono molto accentuate fino a delineare i tratti di una donna che noi definiremmo certamente sovrappeso. Si tratta di una caratteristica molto comune delle "veneri" paleolitiche che si può probabilmente correlare al mondo spirituale e, in particolar modo, ad aspetti legati alla fertilità e all'abbondanza. La parte superiore della testa sembra alludere alla presenza di un copricapo, di una particolare capigliatura (ricci?) oppure di una complicata decorazione forse costituita da conchiglie. 

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Figura 1: Profilo della Venere di Willendorf (da Weber, G.W., Lukeneder, A., Harzhauser, M. et al. The microstructure and the origin of the Venus from Willendorf. Sci Rep 12, 2926 (2022). https://doi.org/10.1038/s41598-022-06799-z)

Il recente studio ha visto l'utilizzo di una sofisticata tecnologia assolutamente non invasiva che ha premesso di analizzare nel dettaglio ma in maniera virtuale l'interno della statuetta simulando delle sezioni sottili. Il tutto attraverso una radiografia ad alta risoluzione con la tecnica della tomografia microcomputerizzata. Una volta identificati nel dettaglio il tipo di pietra e i fossili di conchiglie che conteneva, è stata condotta una ricerca per mappare le strutture geologiche più simili a quella in esame. 

Lo studio ha portato alla conclusione che la pietra con cui è stata realizzata la venere di Willendorf , un calcare oolitico, proviene probabilmente dalla zona compresa fra il Monte Baldo e i Lessini, arrivando ipoteticamente a circoscrivere ancora di più la zona di provenienza: la Sega di Ala, località già nota, tra l'altro, per aver restituito tracce della frequentazione umana in epoca paleolitica.

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Figura 2: Tomografia della statuetta e tracce fossili visibili all'interno (da Weber, G.W., Lukeneder, A., Harzhauser, M. et al. The microstructure and the origin of the Venus from Willendorf. Sci Rep 12, 2926 (2022). https://doi.org/10.1038/s41598-022-06799-z)

Dal momento che non si tratta di un materiale prezioso non è pensabile che sia stato cavato e trasportato per centinaia di chilometri per poi essere scolpito lungo il Danubio. Considerati anche lo stile di vita, la densità abitativa e il clima dell'epoca (siamo ancora all'interno dell'ultima era glaciale) possiamo realisticamente ipotizzare, invece, che la Venere di Willendorf sia stata realizzata proprio qui, nel basso Trentino o nell'alto veronese e poi successivamente trasportata altrove seguendo gli spostamenti di bande di cacciatori-raccoglitori nell'arco di un tempo probabilmente molto lungo. Sarà verosimilmente passata di mano in mano innumerevoli volte fino a raggiungere infine le rive del Danubio nei pressi dell’odierna piccola frazione austriaca di Willendorf in der Wachau.

Bibliografia
Weber, G.W., Lukeneder, A., Harzhauser, M. et al. The microstructure and the origin of the Venus from Willendorf. Sci Rep 12, 2926 (2022). https://doi.org/10.1038/s41598-022-06799-z
QUI https://rdcu.be/cKbhj

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a cura di Maurizio Battisti, Sezione Archeologia Fondazione MCR

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