Gru a Rovereto, una sosta inaspettata

Gru a Rovereto, una sosta inaspettata

Complice il maltempo, sabato 2 aprile uno stormo di gru ha sostato presso il Maso Zandonai di Sant'Ilario. In primavera, durante le migrazioni, il transito delle gru in volo sopra il Trentino non è un evento eccezionale, ma accade raramente di poterle osservare in sosta, da vicino.

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Visita rara, inattesa e particolarmente gradita sabato 2 aprile, nei pressi di Rovereto: uno stormo di gru, formato da una quindicina di esemplari, ha sostato presso il Maso Zandonai di Sant'Ilario, avvistato e fotografato dal grafico Lorenzo Viesi. Le immagini dell'insolita presenza sono state prontamente inoltrate al nostro museo, per identificare la specie: una presenza rarissima per il nostro territorio.

In realtà, il transito delle gru in fase di migrazione sopra il Trentino in primavera, dall'Africa, dove hanno passato l'inverno, verso i siti di nidificazione nelle regioni Scandinave, Baltiche e della Russia settentrionale, non è una rarità di per sé, anche se il loro passaggio avviene per lo più a quote che non permettono di apprezzarne lo spostamento. È la sosta l'evento eccezionale.

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Solitamente, le gru volano per chilometri senza mai fermarsi grazie al fatto di volare in formazione: formano in cielo una V - spettacolare per chi ha la fortuna di poterla osservare - dove il primo esemplare taglia l'aria e gli altri individui ne seguono la scia formando due code con un assetto più o meno regolare. Si tratta di un assetto vantaggioso per le migrazioni a lungo raggio, in quanto gli esemplari nelle code sfruttano il sollevamento generato dall'aria mossa dall’uccello di punta, risparmiando molte energie. Il ruolo di apripista viene coperto a turno da diversi animali, in modo da distribuire lo sforzo.

Le giornate di maltempo come quella del 2 aprile, con pioggia e neve tanto attese sul nostro territorio in questo periodo a lungo siccitoso, impediscono agli uccelli di volare in quota costringendo questi migratori a un forzato "pit stop". Il caso ha voluto che trovassero proprio nei pressi di Rovereto le condizioni idonee per un'inedita sosta per rifocillarsi e fare il pieno di energia prima di poter riprendere il loro viaggio.

Nell'Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti del Museo Tridentino di Storia Naturale (2005), con il contributo dei dati del Museo Civico di Rovereto, si citano le osservazioni dei due grandi ornitologi del museo di Rovereto Luigi Althammer (1827-1882) e Agostino Bonomi (1850-1914), alla voce Grus grus (Linnaeus, 1758):

Specie di "doppio passaggio; rara" per Althammer (1856a) così come per Anonimo ornitologo trentino ottocentesco (1884: "è presso di noi rara e solo di passo"), opinione condivisa anche da Bonomi (1884), il quale per un lavoro successivo specifica (1895): "passa tutti gli anni (marzo-aprile e ottobre-novembre) lungo l'Adige", ammettendo tuttavia di non aver avuto occasione di vedere alcun esemplare prima di allora.

Sono due gli esemplari di gru preparati e presenti nella collezione della Fondazione Museo Civico di Rovereto - in realtà abbattuti all'epoca da cacciatori - il più recente dei quali risale al 1935.

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Una fortuna quindi aver documentato l'eccezionale evento con gli scatti sorprendenti di Viesi a Sant'Ilario. Un importantissimo contributo alla scienza di cittadini e appassionati (citizen science) nel segnalare eventi interessanti dal punto di vista naturalistico ed etologico.

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a cura di Claudia Beretta, ufficio stampa Fondazione MCR

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