L'uovo, la cellula animale più grande della Terra
La natura dell'uovo ha destato curiosità fin dai tempi antichi. Oggi sappiamo che l'uovo è la più grande cellula esistente, da cui sono nati gli animali più primitivi. A seconda delle caratteristiche delle varie specie e delle rispettive modalità di riproduzione, le uova cambiano per forma, consistenza e colorazione, rappresentando una vera e propria strategia per proteggere la vita.
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È nato prima l'uovo o la gallina? Un dilemma ha fatto discutere intere generazioni alla stessa stregua dell'essere o non essere di William Shakespeare. Meglio un uovo oggi che una gallina domani recita anche un noto proverbio, che sembra esprimere sfiducia nel realizzare maggiori vantaggi in avvenire.
Sin dai tempi antichi l'uomo si è interrogato sulla natura dell'uovo e sulla sua struttura, che destano non poca curiosità.
In foto: esempi di uova dalla collezione zoologica della Fondazione Museo Civico di Rovereto
Grazie alla biologia evoluzionista, oggi sappiamo che l'uovo è sul nostro pianeta da prima della gallina e perfino prima della comparsa degli uccelli in genere. Alcuni degli animali più primitivi, e quindi antecedenti alla linea evolutiva dei volatili, sono nati proprio dalle uova. Un uovo, riferendosi al mondo animale, è la più grande cellula esistente. È il contenitore all'interno del quale ogni nuovo individuo avrà origine e si tratta della più grande strategia a livello evolutivo adottata dagli animali per conquistare la vita sulla terraferma.
Esistono moltissime forme di uova, che si differenziano a seconda della specie e della modalità di riproduzione.
Dopo aver deposto le uova, alcuni animali le curano, le proteggono, le scaldano, le controllano fino a quando si schiudono e, in molti casi, si prendono cura dei piccoli anche dopo; altri le lasciano sole, ma non significa sempre che le abbandonano. In generale, un animale che cura le sue uova ne cova poche o anche una sola alla volta, in modo da poter garantire massima protezione. Si tratta di un comportamento tipico degli uccelli. Insetti o pesci tendono invece a deporre moltissime uova senza prevedere alcuna cura parentale puntando più sulla "quantità": fra tante uova, anche se molte possono andare distrutte o non schiudere, la generazione futura è comunque garantita. Alcuni uccelli rapaci come il gipeto riescono a deporre, covare ed allevare un solo uovo all'anno. Le femmine di zanzara depongono invece centinaia di uova, ma niente a confronto con la femmina del merluzzo che in una volta occasione ne rilascia in acqua fino a circa 6 milioni.
In foto: la cova del merlo
L'uovo è fatto per la maggior parte di acqua (l'85% nell'uovo di gallina!) e varie sono le strategie adottate dagli animali per evitare perdite. Gli animali detti ovovivipari incubano e fanno schiudere le uova all'interno dell'organismo materno. Questa modalità non ha quasi bisogno del guscio ed è presente in alcune specie di pesci (come gli squali) di rettili (come la vipera), e di invertebrati (come gli scorpioni). Nelle specie dette ovipare l'uovo è invece deposto all'aperto e quindi necessita di una protezione che viene comunemente chiamata guscio.
Il guscio è una struttura mineralizzata e porosa che può essere più o meno spessa a seconda della specie.
Nelle trote o nei rospi il guscio è una semplice membrana trasparente, mentre diviene più spesso nelle specie che depongono le uova sulla terraferma (mediamente 0,2–0,4 mm). Anche la consistenza è una caratteristica: duro, come quello delle uova di uccello, o più molle, come quello dei rettili. In quest'ultimo gruppo di animali vertebrati, per evitare il disseccamento, le uova con il guscio molle vengono deposte sotto terra o in buchi, anfratti e pertugi protetti.
In foto: uova di rana
Un altro elemento distintivo delle uova è la colorazione, strettamente correlata alla necessità di mimetizzarsi. Spesso le uova dei volatili che nidificano in alto possono essere di colore chiaro (come ad esempio le aquile) o azzurrino (come i merli), mentre chi depone a terra, costruendo un nido con foglie e rami secchi, produce uova brune e macchiettate (come ad esempio quelle dei galliformi).
Per ultima, anche la forma ci può fornire moltissime informazioni sulle abitudini delle specie: più sono sferiche, più il nido viene protetto per evitare di "rotolare fuori". Al contrario, meno barriere prevede la costruzione del nido, più la forma dell'uovo potrà risultare allungata.
Infine, non dimentichiamo che per alcuni organismi l'uovo rappresenta una vera e propria strategia per sopravvivere alla stagione avversa, che alle nostre latitudini è l'inverno.
Tra gli esempi più vicini al nostro quotidiano troviamo il caso della zanzara tigre. A differenza della nostra zanzara autoctona (Culex pipiens) che riesce a sopravvivere alla stagione fredda andando in una sorta di ibernazione, gli adulti della zanzara tigre (Aedes albopictus) non potendo contare su questa capacità hanno optato per un'altra strategia. Le femmine della zanzara tigre infatti, già in ottobre, cominciano a deporre delle uova dette diapausanti, ovvero provviste di un guscio un po' più spesso in grado di garantire la sopravvivenza della larva al suo interno fino alla stagione successiva. Con i primi rialzi termici primaverili e non appena queste minuscole uova vengono bagnate (basta un filo d'acqua!) e si schiudono, le larve di zanzara tigre partono con il loro ciclo vitale.
In foto: le piccolissime uova di zanzara tigre deposte su un bastoncino di legno (U. Ferrarese)
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a cura di Federica Bertola, Sezione Zoologia Fondazione MCR