Il monitoraggio idrogeologico della falda nella zona industriale di Rovereto
Un nuovo protocollo permette di misurare le variazioni del livello dell'acqua nella falda freatica secondo un sistema standard: in futuro si raccoglieranno anche dati relativi alla mineralizzazione, ampliando l'area di interesse. Il monitoraggio fornisce informazioni utili ai professionisti e ai comuni per progettare le infrastrutture.
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Il monitoraggio della prima falda, un'indagine per comprendere le variazioni nel tempo e gli effetti dell'azione dell'uomo sull'ambiente
La Sezione di Scienze della Terra della Fondazione Museo Civico di Rovereto si occupa principalmente della ricerca che riguarda la conoscenza del territorio - non solo locale - sia in chiave classica, come rilievi geologici e strutturali, che attraverso tecniche di monitoraggio multitemporale, con la finalità di coglierne le dinamiche di evoluzione e l'effetto del fattore antropico. Tra queste ultime attività di ricerca e di controllo del territorio rientra anche il lavoro di monitoraggio effettuato ogni mese della prima falda della zona industriale di Rovereto in una serie di punti di interesse.
In foto: mappa di distribuzione dei cinque pozzi nella zona industriale di Rovereto: il segnaposto in giallo indica la presenza di un pozzo oggetto di monitoraggio.
Tale attività di rilevamento ebbe inizio negli anni Ottanta del Novecento. Nel primo periodo le misurazioni venivano effettuate in dieci pozzi pubblici e privati, ma in conseguenza della realizzazione di nuove infrastrutture, cinque di questi piezometri vennero persi e pertanto, da circa dieci anni, i rilevamenti continuano nei pozzi ancora oggi esistenti. Tramite la valorizzazione dei dati raccolti nel corso degli anni, con lo scopo di ricostruire un'analisi e un modello idrogeologico significativo esteso in tutto il territorio comunale, dal 2022 è stato prestabilito un nuovo protocollo di misura normalizzato.
In foto: raccolta dati tramite PC e verifica del sensore fisso in uno dei piezometri in un pozzo (a sinistra) e dettaglio dell'imbocco del piezometro sito in piazzale Degasperi in zona industriale del comune di Rovereto (a destra).
Un nuovo protocollo permette di raccogliere i dati e effettuare analisi secondo un sistema standard
In particolare per ogni pozzo è stata creata una scheda verificando la correttezza delle quote del piano di campagna e impostando un sistema univoco e standard di raccolta del dato. Nel caso di assenza dell'operatore addetto alla misura, questo sistema permette di effettuare le misurazioni anche da parte di altri operatori con la certezza di non falsare il dato. Attualmente mediante il freatimetro, strumento di misurazione del livello dell'acqua in pozzo in possesso della fondazione, si controllano le variazioni della falda acquifera in piezometro ed anche della temperatura.
Obiettivo futuro è misurare non solo il livello dell'acqua, ma anche la sua mineralizzazione, ampliando l'area di interesse
Ai fini ambientali l'obiettivo futuro è quello di rilevare anche altri dati, tra cui il pH e la conducibilità elettrica dell'acqua. Questi due parametri possono dare delle preziose informazioni rispetto al contenuto di sali disciolti e quindi indicano la mineralizzazione dell'acqua: più alta è la conducibilità, maggiore è il contenuto in minerali.
Vista l'importanza di questi dati anche alla luce della crisi climatica che impatta notevolmente la risorsa acqua, l'intenzione è quella di aumentare nei prossimi anni il numero dei punti di misurazione. Il progetto prevede di ampliare l'area d'interesse integrando i pozzi già monitorati con ulteriori 6 punti all'interno dei confini comunali. In questa maniera si potrà ricostruire un quadro più esteso e utile alla elaborazione e alla costruzione di un modello idrogeologico dinamico della piana alluvionale dell'Adige. Si intende inoltre misurare la falda freatica, oltre che mensilmente a intervalli regolari come avviene attualmente, anche in contemporanea con eventi meteorologici acuti e significativi per verificarne l'impatto sulla quota del tetto di falda.
La relazione idrogeologica finale descriverà l'andamento della quota della falda, con informazioni utili ai professionisti e ai comuni per progettare le infrastrutture
A fine anno, tutti i dati raccolti sulla base di questo nuovo protocollo verranno sintetizzati in una relazione idrogeologica dove verrà descritto l'andamento della quota della falda e degli altri parametri rilevati, che permetterà così di creare una carta delle linee isofreatiche attraverso dei software specifici di mappatura e modellazione. Questa carta fornirà le caratteristiche generali dell'acquifero quali, morfologia dell'area in esame, caratteristiche di confinamento della falda, descrizione della superficie piezometrica, valore della massima escursione ecc. Si tratta di informazioni particolarmente utili ai liberi professionisti ed ai comuni per l'elaborazione di progetti per le infrastrutture.
In foto: pozzo monitorato nel Comune di Trento con freatimetro inserito nell'imbocco del pozzo di diametro di 18 mm: in parallelo, da qualche anno la Fondazione Museo Civico monitora per Novareti falde freatiche e artesiane in corrispondenza di alcuni pozzi nella piana alluvionale dell'Adige, come nei comuni di Trento, Calliano, Volano e Nomi.
Di seguito si riportano i primi grafici parziali creati con i dati di profondità della falda freatica raccolti tra gennaio e aprile 2023 in seguito alla realizzazione del nuovo protocollo. Trattandosi solo di un'analisi dei primi quattro mesi dell'anno bisognerà attendere fino al dicembre per avere il dataset completo di tutto l'anno 2023.
Dati di profondità della falda freatica (gennaio-aprile 2023): nonostante i dati ancora del tutto preliminari, è possibile però già notare l'andamento anomalo della quota del pozzo "Sparagni" n.3: il dato di aprile infatti è alterato in quanto la misura è stata presa con il pozzo in funzione.
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a cura di Michela Canali e Tiziano Straffelini, Sezione Scienze della Terra Fondazione MCR