Scultura Presenza

  • Itinerario espositivo nelle vie del centro storico

ROVERETO
22 luglio 2023 - 7 gennaio 2024

A cura di Karin Cavalieri e Florian Grott

Promosso dal Comune di Rovereto - Assessorato alla Cultura con la collaborazione della Fondazione Museo Civico di Rovereto


Il percorso scultoreo disvela una parte storica di Rovereto, quella che si affaccia sul Leno, abbraccia Palazzo Pretorio, si snoda sul Ponte Forbato, in via dei Portici, in via Calcinari e accompagna al giardino del Museo della Città. Undici monumentali sculture di tre conclamati artisti italiani raccontano di sé, dialogando con gli antichi scorci e mostrandoli da nuove prospettive.

L'idea nasce dal desiderio di tessere le vite di tre scultori - Augusto Murer, Sergio Capellini e Florian Grott - in nuovi contesti urbani, facendo confluire nel concetto stesso di arte tracce di preziosa e rinnovata presenza. L'opera d'arte imprime il carattere di chi l'ha plasmata, di chi "è", in primis; si palesa dunque il titolo, inteso come metafora che condensa storia e necessità di esserci.

GLI ARTISTI

Augusto Murer

Nato nel 1922 a Falcade (BL) e scomparso nel 1985, Murer lascia un'ampia produzione che verte sugli impegni civili e sulla ricerca del senso profondo dell'esperienza umana. Oggi, il Museo Murer, che sorge tra i boschi delle montagne bellunesi, ai piedi delle Dolomiti, diviene interprete del suo originario bisogno di "immersione nella natura". Le realizzazioni bronzee presenti nell'itinerario riflettono i soggetti a lui prediletti. In Maternità l'amore vince sulla materia in un amalgama di corpi, il filiforme Fauno interpreta l'interesse persistente nei confronti della mitologia, il raffinato classicismo di Ragazzo con rondine ribadisce l'interazione dell'uomo nel sinfonico silenzio della natura e l'Arlecchino seduto secerne la malinconia dell'uomo pensante. Sostenuto dalla critica, in primo luogo da Renato Birolli, partecipa a numerose mostre antologiche, tra cui quella curata al Museo Ermitage, e presenzia a rassegne d'arte, una di esse fu la XLI Biennale d'arte di Venezia «perché ogni giorno devi superare esami e, in primo luogo, con te stesso», riecheggiando Murer.

Ragazzo con rondine è in via dei Portici, accanto alla Casa d'arte futurista Depero; Fauno si avviluppa all'entrata di Palazzo Pretorio mentre i corpi di Maternità si avvinghiano negli spazi del giardino del Museo della Città - Fondazione Museo Civico di Rovereto, il luogo deputato a raccontare Rovereto, la sua storia e i suoi personaggi, attraverso opere delle collezioni d'arte cittadine, oggetti e reperti che vanno dalle fasi più antiche, all'età della seta e fino all'epoca moderna. Arlecchino seduto è al centro di piazza Sichardt.

Sergio Capellini

L'energia sprigionata dai corpi scultorei di Sergio Capellini proviene da una accorta ricerca sul movimento. Nato nel '42 a Bologna, ora vive e lavora a Vigasio (VR), ricercando con versatilità, nel bronzo, nel marmo e nel legno, il valore dell'uomo. Gabriella (che) gioca coi capelli, Barbara in posa sullo sgabello e Adriana sono frutto di un'attenta indagine che conduce a simili proporzioni corporee: lunghe braccia, linee sinuose e soprattutto capelli - a volte fluenti, talvolta rigide geometrie - che, come sipari, schiudono la scena coinvolgendo anche il fruitore in una ricerca insoluta di equilibrio provvisorio. Opere e monumenti sono presenti in Italia, Germania, Austria, Svizzera, Lussemburgo, Belgio, U.S.A., Canada e Giappone; tra le istituzioni che le ospitano, si annoverano il Hakone Open-Air Museum, l'Artexpo New York e la Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma. Nel 2009 papa Benedetto XVI lo nomina Membro della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon.

Barbara in posa sullo sgabello si trova davanti al Museo della Città, mentre Gabriella gioca con i capelli e Adriana sono ospitate nello spazio retrostante.

Florian Grott

Florian Grott instaura con la materia lignea un rapporto di profonda conoscenza, scoprendo il materiale e nel contempo sublimandolo. Nato a Rovereto nel '74 e attualmente a Guardia di Folgaria, nel 2021 inaugura il suo atelier in piazza Podestà a Rovereto. Il volto di reminiscenze rinascimentali Donna e Guardiano sono sculture create ad hoc per il percorso scultoreo. In esse il legno di cedro si confronta col ferro, e talvolta il bronzo; questi materiali - raccolti a mo' di objets trouvés nei greti dei fiumi o nei boschi - assumono, nella composizione artistica, nuovi connotati cromatici ed emozionali. Tronco torso e Il guardiano sono legni e nel contempo corpi che trascrivono il fluire del tempo. Grott conta al suo attivo numerose esposizioni personali tra cui quella a Cassino (FR), Verona, Milano e in Germania.

Il possente Guardiano cinge gli spazi del Ponte Forbato, opera ingegneristica in pietra, ricostruito nel 1840 in sostituzione di un manufatto molto più antico e già distrutto in passato da una piena del Leno, avvenuta nel 1797. Il guardiano è in via Calcinari e Donna si innalza nel giardino del Museo della Città. Tronco torso si trova sotto i portici di Palazzo Pretorio. L'architettura quattrocentesca è stata eretta, nel 1417, per ordine della Repubblica di Venezia, dal podestà veneto Andrea Valier e tuttora è il cuore della vita politica della città.


LE OPERE

1. Barbara in posa sullo sgabello di Sergio Capellini
1982-84, bronzo
«Narro per immagini volumetriche che concentrano nel gesto la loro espressività, sia di coinvolgimento dello spazio esterno, sia di scavo nelle emozioni più intime» (Sergio Capellini). 

2. Maternità di Augusto Murer
1971, bronzo
Il tema della maternità è fondamentale per Murer. Secondo Paolo Rizzi «ha un significato che trascende il rapporto di affetto tra madre e figlio: diventa quasi una sorta di slancio vitale che unisce tutti gli esseri viventi». 

3. Il guardiano di Florian Grott
2016, cedro 
La serie dei guardiani rimanda alla forza, alla lotta, alle sfaccettature e potenzialità dell'osservazione anche introspettiva. «Credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali» (Gustave Flaubert).

4. Guardiano di Florian Grott
2023, cedro
«Nel guardiano l'ombra si materializza» (Florian Grott) e con essa il movimento del corpo sollecitato dal vento: anche l'invisibile crea contenuti.

5. Fauno di Augusto Murer
1977, bronzo
«Il tuo cognome, "Murér", vuol dire "muratore", uno che lavora a costruire case per gli uomini dove vi è necessità. Le tue case erano le opere dell'arte, perché anche di queste gli uomini hanno bisogno. Il tuo istinto ti portava a guardare dentro le anime e dentro la materia, e, da questa, esprimere l'esistenza. Non era semplice, né facile; un lavoro duro anche fisicamente» (Mario Rigoni Stern). 

6. Tronco Torso di Florian Grott
2015-17, castagno
In un tronco è impresso il passato e il presente, in un torso è scolpito l'uomo. Tronco Torso condensa tutto ciò: la natura e l'ardire di essere.

7. Ragazzo con rondine di Augusto Murer
1980, bronzo
Secondo Dario Micacchi, Augusto Murer «sente soprattutto le figure femminili e, tra quelle maschili, gli adolescenti; in tutte avverte un non so che di incontaminato, di primordiale, di germinale». Spesso questo microcosmo di giovani donne e di ragazzi ancora innocenti viene declinato nella natura.

8. Donna di Florian Grott
2023, cedro
L'inedita gigantografia del volto sintetizza tratti fisionomici di poche persone, impresse nella mente dell'artista. «Imparerai a tue spese che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti» (Luigi Pirandello).

9. Adriana - Studio N.2 di Sergio Capellini
1990, bronzo
L'anelito al dinamismo è bene espresso dallo stesso scultore che afferma: «Non mi interessa l'inerzia delle forme, quanto piuttosto una continua sperimentazione di equilibri».  

10. Gabriella gioca con i capelli - Studio N.2 di Sergio Capellini
1988-89, bronzo
Logos e Chaos sembrano insistere nelle composizioni scultoree: «L'eleganza del momento razionale si intreccia e si confonde con la violenza del caos. La figura pare, alla fine, segnata da una feroce malinconia» (Sergio Capellini). 

11. Arlecchino seduto di Augusto Murer
1979, bronzo
L'arlecchino è una maschera bergamasca della commedia dell'arte, ma anche un appellativo dato a chiunque si comporti in modo poco serio o cambi troppo spesso opinione. In Augusto Murer diviene fonte d'interesse per compiere una profonda indagine sull'uomo. «Salendo lungo la scala degli esseri ho incontrato l'uomo, nel tormento della sua perenne lotta di liberazione dalle insidie della natura, dall'oppressione dei suoi simili, dalle fosche superstizioni che lo ostacolano nel suo cammino e che purtroppo tendono a rinascere sotto i più diversi nomi e camuffamenti» (Augusto Murer).

Fondazione MCR

Divulgazione scientifica, multimedialità e nuove tecnologie si intrecciano nelle attività quotidiane della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La ricerca e la formazione, attraverso i laboratori rivolti alle scuole, rappresentano da sempre la priorità di uno dei musei scientifici più antichi d'Italia.

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