Imparare a convivere con l'orso

  • Iniziative della Fondazione MCR

La Fondazione Museo Civico di Rovereto, grazie al sostegno della Cassa Rurale di Rovereto, ha consegnato, e continuerà a farlo nelle prossime settimane, un campanellino alle famiglie dei bambini che partecipano alle colonie estive: strumento raccomandato dalla Provincia Autonoma di Trento a quanti passeggino nei boschi per manifestare la propria presenza ed evitare che gli animali selvatici, orso compreso, possano essere sorpresi dalla nostra presenza. Non si tratta di un'iniziativa a carattere demagogico, ma un servizio che il Museo della città di Rovereto svolge da ben 164 anni con il preciso intento di educare le giovani generazioni al senso civico e al senso di responsabilità. Vuol dire che senza tanto clamore, con passione e dedizione i nostri ricercatori cercano di coinvolgere e di sensibilizzare i ragazzi e le loro famiglie in una consapevole e matura gestione del proprio rapporto con la flora e la fauna del Trentino.

Insegniamo quindi che l'utilizzo dei campanelli serve per informare l'orso della presenza umana, in quanto la situazione di potenziale pericolo si determina nel momento in cui l'incontro tra uomo e orso è inaspettato per quest'ultimo. L'attacco dell'orso va etologicamente interpretato come la risposta dell'animale ad un nostro comportamento che ha, per qualche motivo, stimolato il comportamento di difesa del plantigrado: la quasi totalità dei casi di attacco da parte di orsi selvatici sono da ricondurre infatti ad una situazione che vede l'orso incontrare l'essere umano in maniera inaspettata. Non a caso, la categoria ritenuta più a rischio di attacchi sono i cacciatori che, per ovvi motivi, si muovono silenziosamente in ambiente forestale.

Da un punto di vista tecnico va inoltre sottolineato che gli orsi, come del resto tutti i carnivori, si basano principalmente sul senso dell'olfatto, e non su quello dell'udito, nell'individuazione e nella selezione delle prede. Pertanto molto difficilmente l'essere umano, che non è una preda per l'orso, sarebbe oggetto di attacchi da parte di quest'ultimo anche nell'assurdo caso in cui indossasse un campanaccio esattamente identico a quello di una mucca, si muovesse come una mucca e si trovasse di fronte ad un plantigrado abituato a mangiare mucche dotate di campanacci appesi al collo.

Gli studi condotti sull'apprendimento associativo di stimoli sonori da parte degli animali suggeriscono peraltro come tale apprendimento sottintenda un riconoscimento delle specifiche caratteristiche sonore dello stimolo in questione, piuttosto che interessare la categoria dello stimolo in senso lato. L'associazione tra un campanaccio e un campanello a costituire un'unica categoria di suono (quello degli idiofoni a percussione battente) è una costruzione del tutto umana, un'associazione che creiamo tra due suoni diversi, con frequenze diverse, in virtù del riconoscimento della similarità dello strumento che li produce. L'orso non ragiona in questo modo.

Ripetiamo che, in accordo con quanto sostenuto dagli esperti dell'etologia di questi grandi carnivori, gli orsi non riconoscono nell'uomo una preda, tanto che il comportamento ritenuto universalmente più sicuro è quello di segnalare la propria presenza, anziché celarla, mentre ci si muove nei boschi frequentati dal plantigrado. Per converso, il maggiore fattore di rischio è legato al cogliere l'animale di sorpresa, dunque al non segnalare con sufficiente efficienza la propria presenza. Un comportamento, questo, che costringe l'animale a mettersi sulla difensiva di fronte ad un potenziale quanto inaspettato pericolo (noi).

Fondazione MCR

Divulgazione scientifica, multimedialità e nuove tecnologie si intrecciano nelle attività quotidiane della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La ricerca e la formazione, attraverso i laboratori rivolti alle scuole, rappresentano da sempre la priorità di uno dei musei scientifici più antichi d'Italia.

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