Tartarughini

Essere Charles Darwin

  • Nel Giardino intitolato al padre della teoria dell’evoluzione, alla scoperta di specie vegetali e animali insolite che hanno saputo adattarsi e sopravvivere alla selezione naturale.

Aveva un giardino, Charles Darwin, nel quale amava raccogliere piante e animali singolari. Si ispira a quello, e lo dichiara nel nome, anche lo spazio naturalistico allestito alla Sperimentarea, la cittadella della scienza che si apre poco sopra Rovereto, presso il Bosco della Città. Ce ne spiega il senso Gionata Stancher, responsabile della Sezione Zoologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto che gestisce l’area.

Charles Darwin, il padre della teoria dell’evoluzione, amava raccogliere e osservare tutti i fenomeni naturalistici più strani, utilizzando il proprio giardino come laboratorio all’aria aperta. In quest’angolo di Sperimentarea abbiamo seguito il suo esempio, e allo stesso modo, anziché raccogliere specie tradizionali, che ci circondano abitualmente, abbiamo voluto selezionare una serie di forme naturali che avessero caratteristiche singolari, tali da spingere il visitatore a porsi alcune domande sulla loro origine, dunque ponendosi le stesse domande di Darwin. Piante come i lithops, detti anche sassi viventi perché somigliano a piccole pietre levigate e albergano in zone desertiche e rocciose, e animali come le testuggini, del tutto uniche in natura per la loro corazza. Queste specie ci consentono di comprendere, e fare comprendere a chi visita la Sperimentarea, gli stessi fenomeni naturali attraverso i quali Darwin poté elaborare le sue teorie, dunque di spiegare i principi generali della biologia: l’evoluzione, l’adattamento, la selezione naturale.

Quali sono dunque le finalità di questo “Giardino di Darwin”?

La Fondazione Museo Civico di Rovereto organizza diverse attività alla scoperta del giardino: di fronte alle caratteristiche particolari delle diverse specie raccolte il pubblico è invitato a farsi domande che gli consentiranno di capire le teorie darwiniane. Vi è dunque una vocazione marcatamente didattica, alla quale è associata tuttavia anche un’intensa attività di ricerca, realizzata in collaborazione con il Cimec, il Centro interdipartimentale Mente/Cervello dell'Università di Trento, dedicata all’etologia e alle attività cognitive degli animali. Infine, Sperimentarea funge da struttura d’appoggio per l’accoglienza di testuggini di terra protette da una convenzione internazionale, la Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, in sigla Cites. Per conto del corpo forestale la Fondazione Museo Civico si incarica di accogliere e tutelare questi animali, che vengono alloggiati in ampi recinti e gestiti con la cautela che è dovuta in simili occasioni.

Di che tipo di specie stiamo parlando?

Mi riferisco principalmente alle testuggini dell’areale mediterraneo: si tratta di una settantina di esempalri, la più vecchia ha circa sessant’anni. Sono animali antichissimi, che hanno sviluppato una corazza unica nel mondo animale: ai bambini e alle famiglie che visitano il giardino si spiega come si sia sviluppato il carapace nel corso di un’evoluzione iniziata 200 milioni di anni fa e qual è la ragione di altri adattamenti comportamentali. Presso la Sperimentarea sono albergati inoltre cinque alveari. Li abbiamo voluti perché le api sono insetti sociali, e perché gli alveari sono superorganismi, per usare un termine introdotto dal biologo statunitense Edward Wilson. Quello che succede all’interno dell’alveare succede all’interno del corpo, poiché ogni ape ha funzioni diverse e tra questi soggetti vi è una regia, un coordinamento: le api operaie hanno competenze diverse, ad esempio, dalle api regine, che hanno il compito di riprodursi e di trasferire il patrimonio genetico anche di tutte le altre. Infine, nel nostro giardino razzolano polli e pavoni, che pure si prestano a osservazioni di carattere etologico, in particolare in relazione ai comportamenti legati alle gerarchie: dunque al comportamento dei galli con le galline, oppure delle galline con i pulcini.

Quanto invece alle specie vegetali…

Anche in questo caso, non si tratta di occorrenze tradizionali, ma di specie particolari, che difficilmente avremmo altrimenti l’occasione di osservare. All’interno della “Serra dell’evoluzione” sono conservate le piante carnivore, note per avere messo in atto adattamenti del tutto insoliti, e le Tillandsie, ovvero piante che vivono d'aria. Ma soprattutto i lithops e altre piante succulente, di provenienza sudafricana e messicana: si tratta di piante che, nel corso della loro lunga evoluzione, sono state capaci di adattarsi ad ambienti estremi, come quelli desertici. Conserviamo oltre duemila Lithops in questa speciale serra, che ospita le attività didattiche, ma anche la ricerca: il fatto che la collezione comprenda tutte le specie note ad oggi, corredate di dati di località, ci consente di realizzare osservazioni importanti sulla variazione morfologica delle diverse popolazioni e agli adattamenti ad essa legati.

… Che, una volta elaborate, andranno a finire sugli annali del Museo, ma anche sulle maggiori riviste specialistiche del mondo.

Il gruppo di ricerca che lavora nell’ambito della collaborazione tra la Fondazione e l’Università di Trento partecipa al dibattito scientifico internazionale. Lo scorso anno siamo intervenuti ad esempio su “Animal Cognition” con uno studio dedicato alle abilità proto-matematiche delle rane; è inoltre in corso di pubblicazione una monografia in lingua inglese sulla cognizione animale, al quale abbiamo partecipato scrivendo il capitolo sui rettili. Oggi stiamo utilizzando le testuggini, che sono animali non sociali, per scoprire l’origine evolutiva di alcune abilità cognitive di tipo sociale in altre specie,  compresa la nostra. Lo facciamo, ad esempio, sottoponendo a test le predisposizioni dei tartarughini alla nascita per diverse classi di stimoli. Stiamo anche verificando se nelle testuggini sono in grado di riconoscersi individualmente: se questo è il caso, ci aspettiamo che i comportamenti di due esemplari che si conoscono siano diversi rispetto a quelli di due che non si conoscono. Tutte le attività sono condotte anche con il contributo di studenti dell’ateneo trentino e delle scuole superiori nel corso di stage e tirocini concordati con l’Università e i licei. A luglio ospiteremo a Sperimentarea gli studenti della Harvard Summer School, ai quali presenteremo queste ricerche.

Sul fronte della didattica, quali sono invece gli appuntamenti in calendario nel corso dell’anno?

Rispetto agli eventi annuali, ricordo volentieri la giornata dell’etologia, tradizionalmente proposta in primavera. L’area è inoltre visitabile dal pubblico anche concordando un appuntamento.

Anche negli studi in campo zoologico la Fondazione Museo Civico ha una lunga tradizione.

Fin dalle sue origini, il Museo ha operato nel campo degli studi ornitologici ed entomologici: ne sono testimonianza le collezioni (tra le maggiori in Trentino), e numerose pubblicazioni fondamentali, nel contesto nazionale ed internazionale, per gli studi di carattere sistematico. Alessandro Canestrini, direttore del Museo a metà del 900, è stato inoltre precursore di studi sul comportamento e la socialità negli animali e uno dei primi e maggiori divulgatori italiani in questo campo. Oggi, grazie alla collaborazione con il Cimec, questa tradizione di ricerca sul comportamento animale e la sua divulgazione ha avuto la possibilità di crescere e svilupparsi inserendosi nel dibattito scientifico odierno: ci occupiamo delle prestazioni comportamentali e cognitive delle specie animali – inclusa la specie umana – in un'ottica comparata, dunque da una prospettiva filogenetico-evolutiva.

 

Fondazione MCR

Divulgazione scientifica, multimedialità e nuove tecnologie si intrecciano nelle attività quotidiane della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La ricerca e la formazione, attraverso i laboratori rivolti alle scuole, rappresentano da sempre la priorità di uno dei musei scientifici più antichi d'Italia.

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