La ricerca dal 1999 al 2009
Nel 1999 fu costituito il Laboratorio di Astronomia che faceva capo alla Sezione Astronomia del Museo Civico di Rovereto, condotto da un ristretto team di esperti e di fisici professionisti che compivano le loro osservazioni presso l'Osservatorio astronomico di Monte Zugna.
La costruzione di telescopi sempre più grandi e il loro posizionamento in luoghi lontani da luci e nuvole (dalle Ande allo Spazio), non ha per niente sminuito il lavoro degli osservatori medio-piccoli, come quello di Monte Zugna. Infatti l'enorme quantità di oggetti da studiare fa sì che gli istituti di ricerca/ le università/ gli astronomi deleghino loro parte del lavoro, in virtù del fatto che riescono a eseguire misure estremamente raffinate, grazie a strumenti come ad esempio i sensori digitali CCD, che consentono di studiare oggetti anche molto deboli.
Fin dall'avvio della sua attività, il Laboratorio ha scelto come campo d'azione la fotometria (ovvero la misurazione delle variazioni di luminosità degli astri), che permette di ricavare molteplici informazioni sulle condizioni della stella osservata.
Per questo si è meritato una collaborazione alle ricerche professionali condotte all'Osservatorio di Asiago, nell'ambito della missione internazionale Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), volta a mappare in modo sempre più preciso le stelle della nostra galassia.
Dal novembre del 1999 al giugno del 2001 il Laboratorio di Astronomia ha seguito l'evoluzione di una stella nella costellazione della Giraffa: sono state effettuate misure di tipo fotometrico su questa stella doppia, caratterizzata da una particolare orbita visibile di taglio, che permette di osservare chiaramente le eclissi dei due astri che compongono il suo sistema. I dati sono stati raccolti e rielaborati tramite strumentazioni e software progettati e costruiti direttamente dal gruppo di lavoro: questi strumenti permettono di tradurre in segnale digitale, acquisire e rielaborare al computer la luce raccolta dal fotometro.
I primi studi del team hanno trovato, nel 2003, pubblicazione scientifica ufficiale. Grazie ai dati raccolti dal Laboratorio ed elaborati dall'Università di Calgary, in combinazione con gli spettrogrammi registrati ad Asiago, si è dunque stati in grado di conoscere nei dettagli una nuova stella: Sv Camelopardis, binaria ad eclisse nella costellazione della Giraffa, il cui nome è, così, indissolubilmente legato al Museo Civico di Rovereto.
La ricerca ha trovato spazio anche negli annali del Museo Civico 18/2002.
In foto:
- Le due Curve di Luce, ricostruite utilizzando due filtri diversi (il filtro V di luce visibile e il filtro B di luce blu), sono state ricavate componendo i punti sperimentali ottenuti dalla riduzione dei dati raccolti in varie serate di osservazione. Simboli diversi corrispondono a serate diverse.
- Nel modello, non ancora definitivo, della SV-Cam sono ben visibili le componenti della binaria a eclisse, la deformazione dei dischi stellari, le ipotetiche macchie che potrebbero rendere conto delle notevoli fluttuazioni di luminosità.
Il Museo Civico ha continuato ad investire risorse nella partecipazione alle ricerche astronomiche e il Laboratorio di Astronomia è diventato il Gruppo Ricerca Astronomica 'Monte Zugna'. Obiettivo del Gruppo, lo studio di astri peculiari come le novae, stelle che, esplodendo, aumentano di molto la loro luminosità, e le stelle simbiotiche, che ruotano una attorno all'altra scambiandosi materia.
Nell'aprile 2006, le osservazioni si sono incentrate su una nova esplosa il mese precedente nella costellazione del Cigno. Il Gruppo di Ricerca ha dovuto calibrare anche le stelle circostanti, in modo da avere un confronto di luminosità, necessario per calcolare la magnitudine della nova stessa.
Altri due oggetti che i ricercatori del Gruppo hanno seguito con attenzione sono due variabili simbiotiche: RSOPH, nella costellazione dell'Ofiuco e GH Geminorum, nella costellazione dei Gemelli.
Questi progetti di ricerca sono stati condotti in collaborazione con l'Osservatorio Astronomico di Asiago (Università di Padova) nell’ambito dell’ANS Collaboration e hanno coinvolto, sotto il coordinamento del professor Ulisse Munari e del dottor Alessandro Siviero di Asiago, svariati osservatori un po' in tutta Italia. Quello di Monte Zugna ha rappresentato però un osservatorio di punta, in quanto collocato a quota maggiore rispetto agli altri e quindi in grado di trarre vantaggio dall'aria più limpida e dalla maggiore distanza da sorgenti luminose. La struttura dispone inoltre di un sensore ultravioletto per l'osservazione di fenomeni che sviluppano alte energie (solo un altro gruppo dell’ANS era dotato di tale strumentazione) e del telescopio di maggiori dimensioni dopo quello di Asiago, il che ha permesso di sperimentare anche l'osservazione di oggetti extragalattici.