Pannello 8 - Foto 1: Esempio di trincea in Lessinia

Guerra

  • Percorso Lessinia | 08. STORIA

Le truppe italiane che il 24 maggio 1915 varcarono il confine della parte sud dell'allora Provinciale del Tirolo, non dovettero in un primo tempo, affrontare alcun combattimento. Infatti lo Stato Maggiore I.R. aveva, "sua sponte" e costretto da contingenti motivi di penuria di uomini e di risorse, rettificato il confine. Lo Stato Maggiore Imperiale era fiducioso nel potere di interdizione della poderosa linea di Fortificazioni con oltre 30 forti, alcuni di recente costruzione e altri più vecchi che svolsero comunque la loro funzione. Il Regio Esercito Italiano si trovò a controllare territori privi di infrastrutture difensive dovendo provvedere all'approntamento di una linea del fronte che si mantenne inalterata per l'intero conflitto.

La Lessinia divenne una retrovia denominata terza linea difensiva a tutela della Pianura Padana. Ampia ed efficiente fu la rete stradale creata e sulla quale si svolge tuttora il traffico dell'altopiano. Nessuno sparo turbò lo svolgersi ininterrotto dei lavori di costituzione, manutenzione, approvvigionamento dei presidi in quota. Nessun caduto per combattimento. Una zona franca ancor più tranquilla se paragonata ai massacri e ai carnai del Carso, del Pasubio e dell'Ortigara.

Sparse sul territorio rimangono molte opere minori quali cavernette/ricovero, segni di trincea, postazioni di vedetta e la grande doppia batteria in caverna di Cima Borghetto, mai completata. Postazioni complesse non erano peraltro previste, con l'unica limitata ridotta di Malga Pidocchio, che prima dell' inizio del conflitto rappresentava la prima linea di difesa italiana. Ora ripulita, consente la comprensione del reale stato della difesa in Lessinia e delle sue capacità di far fronte a pericoli che si manifestarono su altri fronti.

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Esempio di trincea in Lessinia
Strada militare
Riparo in caverna
Resti costruzioni

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