Giovedì 23 ore 18: si riscopre il Barocco in Vallagarina con Baroni Cavalcabò.

  •  22.06.2022 - 12:37 
  •  Mostre
  • Incontro e visita nelle sale con i curatori della mostra al Museo della Città di Rovereto. Ingresso gratuito

GIOVEDì 23 giugno, incontro ore 18, ingresso gratuito - Museo della CIttà, Sala delle Idee e Sale espositive

Rileggendo Baroni Cavalcabò: la fortuna del pittore da Vannetti a oggi

Un incontro e una visita speciale al Museo della Città nella Sala delle Idee, e nelle sale della mostra giovedì 23 giugno alle 18 con Alice Salavolti e Dario De Cristofaro, curatori de "L’artista ritrovato". Si andrà alla scoperta del più grande pittore del Barocco in Vallagarina, Gaspare Antonio Baroni Cavalcabò, attraverso le opere in mostra e gli studi critici di chi se ne è occupato, a partire da Clementino Vannetti nel 1781 che lo fece conoscere in tutta Italia ed Europa, e che diede il via a una serie di studi sul pittore di Sacco fino a tutto il Novecento che hanno contribuito alla sua fortuna critica.

Ingresso gratuito, a esaurimento posti.

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Gaspare Antonio Baroni Cavalcabò (1682-1759) è uno dei massimi esponenti del barocco trentino. Noto e prolifico artista nativo di Sacco (Rovereto), si formò tra Venezia e Roma con due importantissimi pittori come Antonio Balestra e Carlo Maratti. Dal suo ritorno in patria, Baroni rivestì chiese e palazzi della Vallagarina di tele e affreschi che lo resero il principale protagonista del barocco locale.

Con la mostra al Museo della Città di Rovereto, L'artista ritrovato. Gaspare Antonio Baroni Cavalcabò e il barocco in Vallagarina, a cura degli storici dell’arte Alice Salavolti e Dario De Cristofaro, si portano all’attenzione del pubblico opere inedite, normalmente non visibili o, più generalmente, dimenticate, “ritrovate” e riscoperte insieme al loro autore in una ricerca di studio che diviene oggi anche restituzione, dovuta alla collettività, di una personalità che tanto ha colorato la vita cittadina dal Settecento fino a oggi. La mostra è promossa dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, dal Comune di Rovereto, dalla Comunità della Vallagarina, e dall’Accademia Roveretana degli Agiati, con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento e dell’Apt di Rovereto e Vallagarina.

Proprio per il profondo legame dell’artista con gli edifici ecclesiastici, pubblici o privati della sua terra, le opere in mostra sono un punto di partenza per ritrovare l’artista anche sul territorio, in un’ottica di museo diffuso: il visitatore potrà quindi, uscendo dalle sale museali, scoprire Baroni e approfondirne la conoscenza attraverso la visione delle sue opere nei contesti originari, nelle chiese e nei palazzi di molti comuni della Vallagarina, in autonomia o con le visite guidate organizzate dalla Fondazione Museo Civico.

E’ impressionante la diffusione delle sue opere nel roveretano, ma anche oltre, come per esempio a Trento nella cupola del Duomo poi cancellata dal restauro ottocentesco, nel bresciano e nel mantovano. Non c’è praticamente chiesa di Rovereto che non possegga una o più pale di Baroni Cavalcabò: Santa Maria del Carmine, San Marco, Santa Maria del Suffragio, la Chiesa della Madonna di Loreto, per citare solo quelle dove è più rappresentato. Ma opere di pregio sono presenti anche a Isera, Mori, Riva del Garda e in altre località. Da menzionare i gioielli degli affreschi di San Giovanni Battista a Sacco e la meraviglia dei suoi ultimi giorni nel Sogno di Giacobbe nella pieve dell’Assunta a Villa Lagarina. Anche un grande affresco dell’Annunciazione sulla facciata di casa Tonelli in via Bronzetti a Sacco testimonia della sua popolarità. Ebbe commissioni anche per le sue opere in tutta una serie di palazzi, dai Fedrigotti di Sacco, dai Pedroni di Nogaredo, dai Fedriga di Isera e dalle famiglie roveretane Betta, Bridi, Fait e Wangher, Mitterrniller, Pizzini, Rosmini, Vannetti.

Nonostante la sua rilevanza e gli studi specialistici di cui è stato oggetto, il pittore, non aveva ancora trovato, fino a oggi, l’occasione e la giusta cornice per una mostra monografica, che oggi trova concretezza nell’esposizione presso il Museo della Città di Rovereto.

Se, fino alla metà del secolo scorso, un’esposizione dei lavori di Baroni sembrava improbabile perché gran parte delle opere conosciute erano pale d’altare e dunque inamovibili, nel corso degli ultimi cinquant’anni, numerosi sono stati i ritrovamenti di tele che si ritenevano perdute, molte delle quali depositate in sagrestie di chiese roveretane. Si è inoltre concretizzata in questa mostra la disponibilità al prestito da parte di collezionisti privati o istituzioni. In esposizione, opere di proprietà del Comune di Rovereto, della Parrocchia di San Marco, del Museo Casa Natale di Antonio Rosmini, della Parrocchia di San Giovanni Battista, della Famiglia Bossi Fedrigotti, del Castello del Buonconsiglio, del Convento dei Cappuccini di Arco, del MAG Museo Alto Garda, dei Musei civici di Verona, del Museo di Castelvecchio di Brescia, della Pinacoteca Tosio Martinengo.

 

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