Ittiologia
I primi pesci conservati presso il Museo Civico di Rovereto risalgono all'anno 1881, grazie alle donazioni di appassionati naturalistici che acquistarono tali esemplari presso i mercati ittici di Venezia e Trieste.
Lo scopo di questi reperti era quello di colpire la fantasia dei visitatori.
Tra di essi potranno essere ricordati il rostro di un pesce sega, lo Squalo mako (Isurus oxyrhynchus), mascelle di squali Carcarinidi, un Pesce luna (Mola mola), un Pesce istrice (Diodon hystrix).
Oggi la documentazione del patrimonio ittico locale è finalizzata soprattutto alla conservazione della varietà biologica presente nel territorio.
E' questo il caso dello Storione cobice (Acipenser naccarii) e dello Storione comune (Acipenser sturio): catturati nel fiume Adige presso Rovereto negli ultimi anni dell'Ottocento, sono oggi scomparsi in seguito alla costruzione di numerose dighe.
Casi opposti sono quelli del Rodeo amaro (Rhodeus sericeus) e della Blicca (Blicca bjoerkna), rinvenuti per la prima volta in Italia in anni recenti dal conservatore per l'ittiologia del Museo Ivano Confortini; queste due specie sono state introdotte accidentalmente da altre regioni geografiche e si stanno diffondendo autonomamente.
In passato la conservazione dei pesci veniva effettuata quasi esclusivamente in alcool.
Solo a partire dal 1988, grazie alla collaborazione di privati, la collezione ittiologica si arricchì di numerose specie delle nostre acque dolci e del Mar Mediterraneo preparate con la tecnica dell'imbalsamazione, che è l'unica in grado di garantirne la colorazione originaria e quindi molto più adatta ai fini espositivi dei campioni conservati in alcool.
Nelle immagini...
- Storione comune (Acipenser sturio)
- Pesce istrice (Diodon hystrix)