Biomonitoraggio tramite licheni, i risultati delle ultime analisi ambientali a Rovereto
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Nell'ambito del progetto EMAS (Eco-Management and Audit Scheme, info QUI) nel gennaio 2022 è stata avviata una nuova campagna di biomonitoraggio della qualità dell'aria tramite licheni epifiti, in continuità con le indagini effettuate negli anni precedenti.
A Rovereto sono stati portati licheni provenienti dall'ambiente salubre del Primiero, per "respirare" l'aria della città e aiutarci a capire come è composta.
I licheni sono organismi viventi frutto dell'associazione simbiotica tra un fungo e un'alga e sono in grado di assorbire sostanze e di accumularle al loro interno (per tale motivo si definiscono bioaccumulatori). Per effettuare questo studio è stata utilizzata la tecnica dell'espianto, ossia a gennaio si sono raccolti talli di Pseudevernia furfuracea presso il Lago di Calaita a 1620 slm in Primiero, viventi quindi in ambiente salubre, che poi sono stati portati nelle 13 stazioni, evidenziate nella mappa in figura, e lasciati per un periodo di circa due mesi "a respirare l'aria di Rovereto".
In foto: mappa d'insieme delle 13 stazioni di biomonitoraggio dei licheni nel Comune di Rovereto.
Alla fine di questo periodo di esposizione sono stati prelevati nuovamente e fatti analizzare da laboratori specializzati, per valutare l'eventuale accumulo di sostanze potenzialmente rilevanti dal punto di vista sanitario o per l'impatto ambientale, ossia diversi tipi di elementi in traccia (metalli pesanti) e di IPA (idrocarburi policiclici aromatici).
I licheni assorbono gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), che possono essere pericolosi per la salute di uomini e animali e per l'ambiente.
Dalle analisi è risultato che la maggior parte degli IPA ha dato valori sotto la soglia di rilevabilità strumentale, il che significa che il possibile accumulo era così scarso da non essere discriminabile. Le uniche considerazioni esprimibili riguardano Antracene, Fenantrene e Fluorantene per i quali tuttavia si registrano situazioni di bioaccumulo basso o assente e solo in un caso moderato per l'Antracene (vedi Tabella A), composto non cancerogeno ma comunque di interesse sanitario originato da processi di combustione.
Nella tabella seguente sono riassunti i risultati delle analisi degli IPA per il 2022.
Tabella A - Sintesi dei tassi di bioaccumulo per alcuni IPA in ciascuna stazione.
Qui sotto la Legenda per interpretare le sigle contenute nelle tabelle:
Dalle analisi sui licheni è possibile rintracciare anche la presenza di metalli pesanti.
Nel loro complesso anche i dati relativi ai metalli pesanti (Alluminio, Al; Arsenico, As; Calcio, Ca; Cadmio, Cd; Cobalto, Co; Cromo, Cr; Rame, Cu; Ferro, Fe; Mercurio, Hg; Magnesio, Mg; Manganese, Mn; Nichel, Ni; Piombo, Pb; Vanadio, V; Zinco, Zn;) suggeriscono una sostanziale scarsità di bioaccumulo, senza fondamentali cambiamenti rispetto al 2019 (leggi QUI), i risultati tra 2022 e 2019 sono riportati rispettivamente nelle Tabelle B e C. Tuttavia, si registra una leggera tendenza al peggioramento indicata da un crescente numero di elementi accumulati in un maggior numero di stazioni. Viene confermata ancora una volta la criticità legata al Rame (Cu), unico elemento ad essere stato accumulato in tutte le stazioni, in tre delle quali con valori "medi" (dettaglio in Tabella B), anche se, in questo caso, in una situazione invece leggermente migliorata rispetto al 2019 (dettaglio in Tabella C).
Nelle tabelle seguenti si possono confrontare i risultati delle analisi dei metalli pesanti del 2022 e del 2019 (qui non si è considerato il Sodio, Na, che presenta valori di bioaccumulo severo per tutte le stazioni, dovuto probabilmente al trattamento delle strade in periodo invernale).
Tabella B - Sintesi dei tassi di bioaccumulo dei metalli pesanti nel 2022 in ciascuna stazione (vedi la Legenda).
Tabella C - Sintesi dei tassi di bioaccumulo dei metalli pesanti nel 2019 in ciascuna stazione (vedi la Legenda).
In relazione all'inquinamento atmosferico, la campagna di biomonitoraggio 2022, consente dunque di confermare la presenza di alcune potenziali criticità nel territorio, che però al momento sembrano essere di modesta entità. Il proposito è quello di continuare a sorvegliare la situazione con una nuova campagna di monitoraggio nel 2024.
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a cura di Stefano Marconi, Monitoraggio ambientale Fondazione MCR, e Juri Nascimbene, esperto in Lichenologia (floristica, tassonomia, distribuzione ed ecologia dei licheni), Professore Associato all'Università di Bologna e collaboratore della Fondazione MCR.