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Ripristino degli habitat europei: obiettivo ambizioso della nuova legge della UE

  • Ratificata dal Consiglio il 17 giugno 2024, la legge sul Ripristino della Natura rappresenta un passo fondamentale per la salvaguardia degli ecosistemi europei, imponendo misure concrete per il ripristino degli habitat naturali e il rafforzamento della biodiversità

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Dopo un lungo iter è entrata in vigore la nuova legge europea sul Ripristino della Natura, la prima che si pone l’ambizioso obiettivo della ricostituzione e non solo della tutela, degli habitat degradati (che vanno da foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli), della protezione delle specie minacciate e della promozione di pratiche agricole sostenibili con strategie sinergiche degli stati membri. 

La più recente valutazione dell'Agenzia Europea dell'ambiente (del 2020), ha evidenziato una situazione allarmante degli habitat naturali negli stati europei, dovuta al cambiamento climatico e all’azione antropica: solo il 15% degli habitat di animali e piante è in buone condizioni, e questo crea una minaccia anche per la sicurezza alimentare, essendo la natura alla base della produzione di cibo. Ad esempio, dal 1990 c’è stato un calo del 36% degli uccelli nelle zone agricole, il 38% delle popolazioni ittiche si trova in cattive condizioni e tra api e farfalle, gli impollinatori più comuni, una specie su tre è in declino e una su dieci in via d’estinzione.

Ratificata dal Consiglio con il 65% dei voti degli stati membri il 17 giugno 2024, la legge rappresenta un passo fondamentale per la salvaguardia degli ecosistemi europei, imponendo misure concrete per il ripristino degli habitat naturali e il rafforzamento della biodiversità. Prevede finanziamenti dedicati, incentivi per gli agricoltori, e un quadro normativo che incoraggia la collaborazione tra gli Stati membri per affrontare le sfide comuni.

La Legge è stata introdotta nel contesto del Green Deal Europeo, il piano strategico dell'UE per rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Obiettivo vincolante per i paesi dell'UE sarà il ripristino di almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030 (con priorità alle aree Natura 2000), il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

In questa cornice sono impegnate anche le sezioni di scienze naturali della Fondazione Museo Civico di Rovereto, da sempre attive in questi ambiti.

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Figura 1: 4° Congresso Europeo sulla Conservazione degli Ortotteri, presso il Museo di Scienze e Archeologia 

Ad esempio solo pochi pochi giorni fa si è chiuso al Museo il IV Congresso Europeo sulla Conservazione degli Ortotteri (cavallette, grilli, locuste), dove studiose/i da tutto il mondo si sono confrontate/i sulle ultime scoperte e strategie per la protezione di questi insetti e dei loro habitat. Gli ortotteri hanno un ruolo cruciale negli ecosistemi, contribuendo al ciclo dei nutrienti, alla decomposizione della materia organica, e fungendo da fonte di cibo per uccelli e piccoli mammiferi. La sezione di Zoologia del Museo ha presentato in particolare due progetti: il primo è iniziato nel 2021 ed è già arrivato a compimento con successo, cioè la traslocazione di un grillo dei canneti dell'Alto Adriatico (Zeuneriana marmorata) che si riteneva praticamente estinto e di cui era nota una sola popolazione, studiata con un progetto finanziato dal Mohamed Bin Zayed Species Conservation Fund. Si sono intrapresi dei tentativi di traslocazione di esemplari a nuove aree ritenute idonee, e negli anni seguenti l’entomologo del Museo Filippo Buzzetti ne ha verificato la presenza e il radicamento nelle nuove località, dove sono stati trovati esemplari e registrato il canto, a testimonianza del successo dell’operazione.

Leggi anche - Un progetto per salvare il grillo a rischio estinzione

Il secondo progetto interessa invece un grillo alpino di alta quota (Anonconotus italoaustriacus), specie a rischio con un range di distribuzione piuttosto ristretto. Sono state confrontate geneticamente le quattro popolazioni alpine, rilevando in una di esse una forte differenza genetica, tanto da ipotizzare che quella delle vette feltrine nel Parco delle Dolomiti Bellunesi sia una specie diversa. Vive in un areale circoscritto di circa 2500 mq, ed è soggetta a disturbo antropico dovuto al pascolo bovino. In collaborazione con l'Università di Padova e con il Parco Naturale Dolomiti bellunesi si descriverà e studierà la specie per poi individuare altre aree idonee all'interno del palco e tentare anche in questo caso la traslocazione di esemplari. In termini di preservazione dell’habitat si prenderanno accordi con il parco perché il disturbo dato dal pascolo bovino sia ridotto o eliminato perlomeno in quei mesi (agosto e settembre) in cui questo grillo si riproduce.

Anonconotus italoaustriacus

Figura 2: Esemplare di Anonconotus italoaustriacus

Anche la sezione Botanica del Museo è attiva già da diversi anni nella tutela e nel monitoraggio degli habitat in Trentino: ogni stagione attraverso rilievi floristico-vegetazionali ne definisce lo stato di salute e di conservazione, mentre attraverso la cartografia GIS delinea i confini e le superfici occupate dai vari habitat. Dal 2016 ad oggi, su incarico del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della PAT, la sezione botanica ha monitorato 55 tipi diversi di habitat censiti nelle aree protette del Trentino all’interno delle varie Reti di Riserva. 

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Figura 3: esempio di rilievo floristico-vegetazionale sul Monte Baldo in cui, dopo aver delimitato un’area di dimensione ben precisa con la corda metrica, si procede al censimento completo delle specie di flora presenti al suo interno con assegnazione della relativa copertura in termini %. La marcatura di questi rilievi con il GPS consente di poterli ripetere in futuro al fine di studiare le dinamiche evolutive degli habitat. A destra, un esempio di cartografia GIS degli habitat: ciascun habitat è identificato da un codice ben preciso e univoco a livello europeo (elenco italiano consultabile presso http://vnr.unipg.it/habitat/cerca.do ) a cui viene assegnato un colore per poterlo rappresentare su mappa. In genere come base cartografica viene usata una foto satellitare per facilitare la lettura.

Oltre agli habitat, i botanici del Museo sono impegnati anche nel monitoraggio delle specie floristiche di interesse europeo (incluse negli allegati della Direttiva 43/92 “Habitat”) censite in provincia di Trento per le quali, a cadenza periodica, svolgono monitoraggi di dettaglio basati su quadrati permanenti e transetti (figura 4). 

rilievo

Figura 4: esempio di monitoraggio di dettaglio tramite quadrato permanente: si tratta di un quadrato 1 x 1 m a sua volta suddiviso in quadratini di 10 cm x 10 cm all’interno dei quali viene rilevata la presenza/assenza di un determinato habitat o specie.

L'adozione di questa legge rappresenta un passo significativo per le sfide ambientali europee, con benefici attesi sia a livello ecologico che socio-economico, ma deve vedere il coordinamento tra i vari stati e il coinvolgimento delle comunità locali e dei portatori di interesse perché le misure possano essere efficaci e durature. Il ripristino degli ecosistemi ha lo scopo di contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla protezione delle risorse, alla prevenzione delle alluvioni e alla promozione della biodiversità, generando inoltre nuove opportunità nei settori della gestione ambientale e nel turismo sostenibile.

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a cura di Claudia Beretta, Ufficio Stampa Fondazione MCR, con il contributo di Gionata Stancher, sezione Zoologia Fondazione MCR, e Giulia Tomasi, sezione Botanica Fondazione MCR. 

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