Quanto vale la meteorologia?
di Filippo Orlando, responsabile Area Meteorologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto
Qual è il valore - non solo economico - delle previsioni meteorologiche, delle reti di monitoraggio, delle analisi climatologiche, degli osservatori storici? Senza informazioni riguardanti il tempo atmosferico e il clima non potremmo costruire in sicurezza, né in modo economicamente sostenibile, ponti, edifici, strade, ferrovie. Né potremmo condurre aerei e navi. Non avremmo un riferimento per valutare l’intensità dei fenomeni, la straordinarietà o meno di particolari periodi caldi o freddi. Non potremmo valutare come il clima stia cambiando, né adattare i nostri comportamenti agli effetti del riscaldamento globale. Insomma, le conoscenze legate al tempo atmosferico e al clima rappresentano un autentico patrimonio.
Proprio per far luce su questa inestimabile ricchezza, nei giorni scorsi si è tenuta a Rovereto la seconda edizione del Festivalmeteorologia, un’occasione unica per favorire l’incontro, la conoscenza reciproca e l’interazione tra le diverse realtà della meteorologia italiana. La manifestazione ha riunito operatori dei servizi meteorologici (istituzionali e privati), realtà associative ed aziendali che operano nel settore, ricercatori, utenti dei servizi meteorologici, insegnanti e studenti, semplici appassionati e, naturalmente, ha saputo attirare anche una considerevole fetta del cosiddetto grande pubblico, quello dei semplici curiosi che hanno contribuito ad affollare il festival e le sue conferenze, trasformandolo in un magnifico successo.
Cito volentieri il responsabile scientifico Dino Zardi dell’Università di Trento, per ribadire le finalità del Festivalmeteorologia, con il quale si intende “proporre un contributo alla diffusione e al consolidamento di una cultura meteorologica di base, attualmente carente in Italia, ma sempre più necessaria per poter comprendere e interpretare la mole di informazioni meteorologiche quotidianamente diffusa dai vari mezzi di comunicazione”.
Accanto ad Università di Trento, Comune di Rovereto e Trentino Sviluppo, la Fondazione Museo Civico di Rovereto ha giocato, per il secondo anno consecutivo, un ruolo fondamentale nell’organizzazione del festival, trasformando la propria sede nel polo dedicato alle attività didattiche legate al festival, contribuendo ad allestire una serie di mostre sparse in giro per la città, coordinando il concorso fotografico amatoriale “Meteoclick”, nonché fornendo all’Università supporto logistico e preziosa manodopera.
I protagonisti del convegno sono stati gli esperti di livello internazionale invitati a tenere delle brevi conferenze di fronte al pubblico del festival. Da Luca Mercalli (noto presidente della Società Meteorologica Italiana) a Luigi Iafrate (esimio ricercatore dell’ente governativo CREA), da Filippo Thiery (meteorologo della trasmissione televisiva GEO, in onda su Rai3) a Matteo Cattadori (insegnante del Liceo Fabio Filzi di Rovereto, protagonista del progetto “Reset - Una classe alle Svalbard”), non mi è possibile qui fare menzione di tutti i relatori e di tutti gli interventi: basti dire che non vi è – in Italia – un’occasione di confronto capace di coinvolgere tali e tanti rappresentanti del settore.
Nell’ambito della kermesse ha poi trovato spazio un interessante collegamento in diretta con la Base Concordia, una stazione di ricerca italo-francese posizionata nel cuore dell’Antartide, in un luogo davvero inospitale (-25°C in estate, fino a -80°C in inverno). Inoltre, durante la seconda giornata del convegno, Andrea Giuliacci, noto meteorologo di Canale 5 e del sito web Meteo.it, ha moderato un’interessante incontro dal titolo “Professione meteorologo: fornazione, addestramento, opportunità di lavoro” dove sono intervenuti alcuni illustri protagonisti della meteorologia italiana come Raffaele Salerno, Daniele Izzo, Flavio Galbiati, Filippo Thiery, Serena Giacomin, Carlo Cacciamani, Mara Altieri e Dino Zardi.
Come l’anno scorso, accanto alle conferenze sono state allestite alcune mostre (dislocate tra Biblioteca Civica, Palazzo dell’Istruzione ed Urban Center), mentre presso il Polo Tecnologico di Rovereto il pubblico del festival ha potuto visitare gli stand espositivi delle aziende e degli istituti di ricerca che di fatto hanno sponsorizzato il convegno: Vaisala, Hortus, Enav, Centro Epson Meteo, Cisma, Lombard & Marozzini, ProAmbiente, Aeronautica Militare, APPA, CNR, CREA-CMA, Fondazione Edmund Mach e IAC. Inutile nasconderci l’enorme rammarico legato all’assenza di Meteotrentino, che a quanto pare quest’anno ha declinato l’invito ma che speriamo di ritrovare nelle prossime edizioni del Festival.
Consentitemi infine una particolare menzione alle quattordici realtà associative intervenute al festival da tutta Italia, prima fra tutte l’Associazione di Promozione Sociale “Meteo Trentino Alto Adige”, che dal 2010 opera sul nostro territorio regionale collaborando, tra i vari enti, con la Fondazione Museo Civico di Rovereto nel campo dell’offerta didattica in ambito meteorologico.