Una Giornata di Studio per riscoprire gli artisti attivi tra le due guerre
È in programma venerdì una nuova edizione della Giornata di Studio Eugenio da Venezia. Prima di entrare nel merito del programma dell'evento, chiediamo a Paola Pizzamano, responsabile della Sezione Arte della Fondazione MCR, il motivo per il quale a Rovereto si svolge questo appuntamento annuale.
Per capire le ragioni di questa iniziativa, evento atteso del nostro calendario, dobbiamo correre indietro negli anni. Alla tappa, più vicina nel tempo, del 2006, quando il Comune di Rovereto, e in particolare il nostro Museo Civico, strinse con la Fondazione Querini Stampalia una convenzione per favorire, non solo in ambito locale, la valorizzazione delle opere e degli artisti trentini attivi tra le due guerre del '900. È da allora che, ad anni alterni a Rovereto e a Venezia, storici dell'arte e studiosi del periodo si danno appuntamento nelle sedi delle istituzioni coinvolte nel progetto per condividere riflessioni originali, nuove scoperte, o ancora vere e proprie riscoperte. Tuttavia, per conoscere le origini dell'iniziativa occorre andare più in là negli anni, al 2000, quando la Querini Stampalia, per iniziativa della professoressa Giuseppina Dal Canton che a tutt'oggi ne cura l'organizzazione, avviò questo percorso, prima in collaborazione con l'Università di Venezia, poi con quella di Padova. Infine, al 1990, ovvero all’anno della donazione Eugenio da Venezia.
Perché l'intitolazione a Eugenio da Venezia? E come è nata la collaborazione con Rovereto?
Perché fu proprio il pittore Eugenio da Venezia, ovvero uno dei protagonisti dell'arte veneziana tra le due guerre del Novecento, a voler donare alla Fondazione Querini, poco prima di morire, un fondo di opere e un lascito destinati ad un progetto di riscoperta dell'arte figurativa veneziana del suo tempo e in particolare del “gruppo di Palazzo Carminati". Autori di ascendenza post-impressionista, idealmente affini ai primi espositori di Ca' Pesaro, che dipingevano en plein air, a contatto diretto con la natura, ispirandosi alla tradizione pittorica del Vedutismo. I “giovani di Palazzo Carminati” non costituirono un movimento vero e proprio: si trattò più precisamente di una libera interpretazione tra spiriti novatori che rifiutavano le imposizioni dell’accademismo allora imperante. La collaborazione con Rovereto è nata perché la raccolta civica, affidata al Museo Civico – oggi Fondazione MCR, conserva numerose opere di artisti, anche di Eugenio Da Venezia, legati al gruppo di Palazzo Carminati o attivi a Venezia, pervenute grazie al lascito dell'ingegnere Guido Zecchini. La Giornata di studio offre così l'occasione per studiare, approfondire e divulgare opere e artisti, anche del Trentino attivi nella prima metà del Novecento.
La giornata di Studi è solo una fra le attività di studio e di ricerca scaturite dalla donazione.
In origine, la donazione era dedicata all'esposizione del fondo, costituito da venticinque dipinti di Da Venezia e da cinque altre opere di Marco Novati, Cesare Mainella, Aldo Bergamini. Quel nucleo è stato poi arricchito dagli eredi Da Venezia e da altri generosi collezionisti, con dipinti e disegni di Novati, Juti Ravenna, Neno Mori, Mario Varagnolo, Carlo Dalla Zorza, Armando Tonello, di Da Venezia stesso, di Pieretto Bianco e Gigi De Giudici. La donazione è stata ed è ancor oggi pretesto per un approfondimento critico e di divulgazione confluita, sempre a partire dal 2001, nella collana editoriale dei "Quaderni della Donazione Da Venezia”, che raccoglie gli atti della Giornata di studio, a cura di Giuseppina Dal Canton; oggi giunti al numero 22. Sono state inoltre realizzate alcune mostre, con cataloghi monografici su Gigi De Giudici (2000), Neno Mori (2001), Neno Mori (2002) in sedi espositive anche diverse da Palazzo Querini Stampalia grazie alla collaborazione con il Comune di Rovereto e l'Università di Padova. Per esempio, quella dedicata al pittore veneziano Neno Mori, molto legato a Rovereto, è nata nell'ambito della valorizzazione delle opere esistenti nella raccolta civica e nelle collezioni di Rovereto, con la pubblicazione del carteggio tra l'artista e il libraio Giovanni Giovannini.
Quanto a questa edizione della giornata, quali sono i temi che andrete a toccare?
Da quando il Museo civico di Rovereto ha avviato la collaborazione con la Fondazione Querini di Venezia, si è cercato di favorire l'approfondimento e la divulgazione degli artisti e del patrimonio d'arte e archivistico del Trentino, con il coinvolgimento di studiosi, ricercatori dell'Università, funzionari della Soprintendenza e del MART. Vorrei ricordare gli ottimi contributi sugli artisti e sulle testimonianze artistiche a Rovereto e a Trento, tutti pubblicati nei “Quaderni”, di Alessandro Pasetti Medin, Paola Pettenella, Nicoletta Boschiero, Alessandra Tiddia, Mauro Zazzeron... Per la Giornata di venerdì 17 novembre, che siamo lieti in questa occasione di ospitare a Palazzo Alberti Poja, è previsto un mio intervento dal titolo "Benvenuto Disertori nell'archivio della Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma, il contributo di Alessandra Tiddia sul "Realismo magico alle biennale di Venezia" e quello di Fabio Zanchetta sui "realisti magici di Ca' Pesaro". Mauro Zazzeron propone un'indagine sulla figura di Luigi Scopinich, Stefano Zampieri interviene con "Una nota su Beppe Ciardi. Il catalogo e l'alterna fortuna dell'opera simbolista". Infine, Isabella Campagnola parla di Guido Cadorin, e in particolare degli affreschi dell'albergo degli ambasciatori e della moda degli anni venti.
Vuole darci qualche piccola anticipazione in merito al suo intervento?
Fin dalla mia prima partecipazione alla Giornata di studio ho cercato di fare conoscere la raccolta civica di Rovereto e i suoi artisti (in particolare trentini: Carlo Cainelli, Benvenuto Disertori, Lucillo Grassi, Carlo Fait, Mario Disertori, Alcide Ticò...). Benvenuto Disertori, a lungo dimenticato, è stato riscoperto in questi ultimi anni, ma rimangono ancora da studiare le fonti documentarie, utili per ricostruire il suo pensiero e i suoi rapporti con i principali protagonisti del tempo. Presso l'archivio della Galleria nazionale d'arte moderna di Roma esiste un nucleo di sue lettere, scritte negli anni Venti e indirizzate al critico d'arte Ugo Ojetti, agli artisti Domenico Trentacoste e Adolfo De Carolis, che ci raccontano anche il dibattito culturale di quei tempi. Disertori fu, non solo un grande incisore e uno dei protagonisti dell'arte italiana d'inizio Novecento, ma anche un attento testimone del suo tempo.