Ci vuole un fiore
Ci vuole un fiore, per fare tutto. Questo il celebre refrain della canzone di Sergio Endrigo, con il testo del poeta Gianni Rodari.
Ma ci vuole un fiore, anzi, molti fiori e molte piante, anche per raccontare il paesaggio vegetale del Trentino, una delle sue più grandi e spettacolari ricchezze, in un tour virtuale del tutto unico, dalla città alle vette dolomitiche, per scoprirne i principali ecosistemi vegetali e porre l’attenzione sulla salvaguardia delle specie rare e protette.
Questo il tema della mostra temporanea al Museo di Scienze e Archeologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto in Borgo Santa Caterina, che inaugurerà il giorno 13 dicembre alle ore 18.00 e che aprirà al pubblico dal 14 dicembre.
Ci vuole un fiore. La flora del Trentino: ieri, oggi e domani, è la mostra curata da Giulia Tomasi della sezione Botanica della Fondazione, con il coordinamento di Alessandra Cattoi e Alessio Bertolli e la supervisione scientifica di Filippo Prosser.
Un viaggio in Trentino alla scoperta di piante e fiori, focalizzando l’attenzione su tematiche quali la perdita di biodiversità, gli ambienti fragili, minacciati, da difendere o il cambiamento climatico e le modifiche del paesaggio, le estinzioni e le immigrazioni vegetali, causate da quest’ultimo o semplicemente dovute all’urbanizzazione o ai cambiamenti di utilizzo del suolo, sempre meno dedicato alle colture tradizionali.
Solo per fare qualche esempio, ci vuole anche un fiore, il fiordaliso, praticamente scomparso in Trentino, per capire che i campi di grano di cui quest’ultimo è un infestante, sono spariti dalle nostre valli, e ci vuole un altro fiore, quello dell’Heliantus tuberosus, che ha colonizzato ormai le sponde dei fiumi della nostra regione tingendole di giallo, per testimoniare l’invasione da parte di specie aliene (in questo caso dal Nordamerica) che hanno modificato visivamente il paesaggio locale anche nel giro di pochi anni.
Il pubblico potrà approfondire il tema della ricerca botanica, dei primi studi legati alla farmacopea, delle conoscenze relative alle piante mangerecce, della flora che cresce in habitat particolari, come la flora urbana o lo strano caso della flora ferroviaria. Il tutto con un linguaggio alla portata di tutti e con percorsi adatti a tutte le età.
Nella mostra viene dato grande spazio infatti ai contenuti digitali e interattivi che accompagnano il visitatore in un vero e proprio tour virtuale del nostro territorio, attraverso strumenti touch screen e visori di realtà virtuale, gli Oculus go, per conoscere le piante più rare e belle del Trentino e i loro principali ambienti di crescita, le grandi scoperte delle specie nuove per la scienza. Sono presenti sale con video immersivi, con immagini a 360° scattate da drone e realizzate da Matteo Visintainer, Marco Stucchi e Carlo Tagliaferri, dove l’esperienza del paesaggio, dalle valli alle vette, è totalizzante.
Oltre alla vista, anche gli altri sensi saranno chiamati in causa, con la possibilità di toccare e odorare alcune specie aromatiche (legno di 6 specie di conifere e fiori e foglie di 6 specie di erbe).
Per arricchire l’esperienza del pubblico verranno proposte visite guidate ogni domenica, e, il secondo e il quarto sabato del mese, piccoli laboratori per bambini e ragazzi e percorsi e giochi educativi per tutta la famiglia.
Inoltre, da maggio ad agosto l’approfondimento si sposta sul territorio, in collaborazione con Apt Rovereto e Vallagarina, con un ricco calendario di escursioni seguendo le fioriture: dal Baldo al Pasubio, dalla Val di Gresta alla Destra Adige Lagarina fino ad Ala e Avio.
Non serve essere esperti per un’immersione totale nella Natura del Trentino. I programmi completi sul sito fondazionemcr.it e sui canali social, hashtag #civuoleunfiore
Sono molti i preziosi oggetti delle collezioni del museo in mostra, ma numerose sono anche le collaborazioni e i prestiti, anche da fuori regione: dai preziosi modelli anatomici e morfologici della antica Manifattura Brendel (in prestito dalla collezione del Liceo Prati di Trento), albarelli e mortai prestati da Aboca Museum di San Sepolcro, numerosi campioni d’erbario antichi da MUSE, Collegio Arcivescovile di Trento e Museo del Laboratorio Farmaceutico Foletto di Pieve di Ledro (con altri oggetti dell’antica farmacia) e rari libri antichi (il più antico dei quali è il viaggio di Monte Baldo del Calzolari del 1566) dalla Biblioteca Civica di Verona. Moltissimi gli altri prestatori: Accademia Roveretana degli Agiati, Biblioteca Civica "G. Tartarotti" di Rovereto, Cassa Rurale Alto Garda, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige
La mostra è cura della Fondazione Museo Civico di Rovereto, con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, della Società Botanica Italiana, del Consorzio dei Comuni Trentini, della Comunità della Vallagarina, del Comune di Rovereto, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica e C3A - Centro Agricoltura Alimenti Ambiente dell'Università degli Studi di Trento, l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Trento, l’AgiFar Trentino Alto Adige, la Società degli Alpinisti Tridentini, Aboca e con il sostegno della Cassa Rurale di Rovereto, dell’Apt di Rovereto e Vallagarina, del Consorzio B.I.M. dell’Adige, di Marzadro. Media Partner: Gardenia
Il progetto di allestimento è di Andrea Frisinghelli, la grafica di Headline, l’allestimento di Osiride.