I Parchi protagonisti della "cronaca botanica"
È di questi giorni la notizia del ritrovamento nel Parco Nazionale dello Stelvio di Botrychium matricariifolium, una specie rarissima in Italia, osservata in Trentino a Malgazza di Bresimo e a Montaletto in Valsugana solo in tempi storici, e la cui presenza in provincia è stata confermata come non estinta a livello trentino due anni fa, nel 2020, dai botanici della Fondazione Museo Civico di Rovereto in un'altra area protetta - e non è un caso - il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Le scoperte, le osservazioni, le ricerche che si susseguono permettono di costruire la storia della biodiversità del territorio, e consentono a chi ha responsabilità di gestione di pianificare eventualmente azioni per la tutela e la salvaguardia delle specie minacciate. Proprio allo scopo dell’aggiornamento, del confronto virtuoso e della collaborazione con altri enti di ricerca, la Fondazione Museo Civico di Rovereto, che collabora strettamente con il Servizio Sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia autonoma e con i Parchi, e che con la sua sezione botanica ha raccolto in Trentino negli ultimi trent'anni più di 1 milione e 500 mila dati, organizza il 2 e 3 settembre prossimi, con il patrocinio della Società Botanica Italiana, un workshop al Museo di Scienze e Archeologia, sulla Cartografia floristica del Nord Italia.
I Parchi nazionali e Naturali e il sistema delle Aree protette del Trentino continuano a dimostrarsi preziosi scrigni di biodiversità, importanti sia per la tutela e la conservazione delle specie che per la ricerca scientifica. Nelle ultime settimane sono numerose le notizie balzate agli onori della cronaca, in particolare nell'ambito della ricerca floristica, grazie a segnalazioni o a conferme all’interno dei parchi, di specie rarissime e a rischio di estinzione. È la riprova che i parchi non sono solo un capitale naturale messo in campo per lo sviluppo sostenibile del territorio e per un turismo consapevole, ma anche aree importantissime per tenere monitorato il territorio in questa fase di profonde mutazioni climatiche e per promuovere una gestione sempre più attenta alle variazioni in atto.
Non si sottolinea mai abbastanza come queste scoperte naturalistiche siano frutto di un lavoro assiduo e continuo di monitoraggio del territorio, che dura praticamente sin dall'istituzione dei Parchi stessi e che vede come capofila in campo floristico, tra le varie istituzioni, la Fondazione Museo Civico di Rovereto con la sua sezione botanica, che ha raccolto in Trentino negli ultimi trent'anni più di 1 milione e 500 mila dati, sempre aggiornati (nel corso del 2021 sono stati raccolti 70 mila dati) e che possono essere utilizzati come confronto per esempio per confermare o smentire la presenza o la variazione di areale delle specie floristiche provinciali.
Il Servizio Sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia assieme al Parco Nazionale dello Stelvio-Trentino, al pari del Parco Naturale Adamello Brenta e del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino si avvalgono della collaborazione scientifica in campo botanico della Fondazione Museo Civico di Rovereto, assicurando una rete di conoscenze e relazioni che lega i parchi e le aree protette del territorio provinciale.
E sarà proprio la Fondazione a organizzare, ai primi di settembre, un importante momento di confronto scientifico sul tema, con il patrocinio della Società Botanica Italiana, associazione scientifica fondata nel 1888, che traeva origine a sua volta dalla Società Botanica Fiorentina, la più antica società botanica europea, fondata nel 1716 per volontà di Pier Antonio Micheli. L'appuntamento con il II Workshop di Botanica è per i giorni 2 e 3 settembre prossimi, presso il Museo di Scienze e Archeologia, in Borgo Santa Caterina 41, a Rovereto, per dibattere il tema della Cartografia floristica del Nord Italia.
Qui il comunicato originale.
Fonte: Ufficio Stampa della Giunta provinciale
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