Gli alberi raccontano
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Camminando nei boschi o nei parchi urbani sarà sicuramente capitato di vedere un tronco di un albero tagliato e di notare sulla base recisa (la ceppaia) i singoli anelli del durame, ovvero la zona del tronco di maggiore spessore. Come le scatole nere degli aerei, gli anelli degli alberi conservano preziose informazioni e ci consentono di ricostruire il passato. Il termine dendrocronologia deriva dall'unione delle tre parole greche dendros, chronos e logos (albero, tempo e parola) ed indica quella disciplina che studia gli anelli di accrescimento degli alberi.
La "scatola nera" della Dendrocronologia
Sezione del tronco di roverella (Quercus pubescens) di 281 anni morta nel 2004 (presso Sasso di Nogaredo)
Nelle regioni a clima temperato le piante arboree accrescono il diametro del proprio tronco nella parte esterna ad ogni stagione vegetativa (tra la primavera e l'autunno). Ogni singolo accrescimento annuale (anello) è composto dal legno primaverile (o primaticcio) più chiaro perché caratterizzato dalla presenza di vasi dal grosso diametro con pareti sottili, e dal legno estivo (o tardivo), più scuro, con vasi dal diametro inferiore e pareti più spesse. La differenza tra i due tipi di legno è generalmente ben distinguibile ad occhio nudo nella caratteristica successione degli anelli sui tronchi degli alberi tagliati. L'ampiezza degli anelli tuttavia non è sempre costante, ma è influenzata da diversi fattori, per lo più legati alle variazioni del clima nelle singole stagioni di crescita. Questo comportamento delle specie arboree permette la costruzione di sequenze cronologiche che prendono inizio da piante vive, continuano con elementi lignei di edifici storici, e giungono ai reperti provenienti dai siti archeologici.
Gli studi di dendrocronologia si basano sul fatto che alberi della stessa specie che crescono nella stessa area climatica presentano analoghe variazioni negli spessori degli anelli corrispondenti ai medesimi anni. Sequenze anulari di un sufficiente numero di anni vengono misurate e tradotte in rappresentazioni grafiche, dette curve dendrocronologiche, mediante diagrammi. Utilizzando programmi statistici, si possono confrontare diagrammi appartenenti ad alberi diversi della stessa specie, cresciuti nella stessa area climatica e che siano vissuti contemporaneamente per un sufficiente numero di anni. Tale processo si chiama "interdatazione" (cross-dating) e permette, attraverso un sistema di concatenazioni successive e utilizzando campioni di legno progressivamente più antichi, di creare delle ampie cronologie dette "cronologie standard", utilizzate per la datazione di campioni lignei di cui si ignori l'epoca d'origine. E' possibile datare le travi di edifici storici attraverso il prelievo di carote (carotaggio).
Un esempio di cross-dating con la datazione di una serie di campioni realizzata attraverso la sovrapposizione delle varie misurazioni.
Le specie arboree che meglio si prestano agli studi dendrocronologici sono le conifere (abete, larice) e la quercia.
Sezioni di rondelle di abete rosso (Picea abies) e larice (Larix decidua) e di quercia
La dendrocronologia consentendo la datazione assoluta di campioni lignei di varia provenienza, trova applicazione sia nella ricerca archeologica e storico-artistica ma anche nella climatologia, nella glaciologia, nella geologia (ad esempio per lo studio delle frane) e addirittura in ambito musicale (come nel restauro degli strumenti musicali).
Laboratorio di dendrocronologia presso la Fondazione Museo Civico di Rovereto
La Fondazione Museo Civico di Rovereto, attraverso la creazione di un Laboratorio di Dendrocronologia, svolge attività di ricerca sul territorio trentino e su quello lagarino in particolare. Tra gli obiettivi del Laboratorio del Museo c'è quello di costruire delle Master Chronology regionali, ovverosia delle curve dendrocronologiche locali, strumento fondamentale per un accurato studio storico-archeologico del territorio.
Per saperne di più...
Laboratorio di Dendrocronologia >
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a cura di Maria Ivana Pezzo, Laboratorio di Dendrocronologia Fondazione MCR