La statua-stele di Brentonico. Un approfondimento dalle sale del Museo
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Nelle sale espositive del Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto è esposto un reperto eccezionale e unico nel suo genere: la statua-stele antropomorfa di Brentonico. Il monumento fu trovato in località Vigo di Brentonico nell'agosto del 1971 da Adriano Rigotti, eminente appassionato di cultura e archeologia del Trentino-Alto Adige.
La statua stele di Brentonico (foto da archivio FMCR).
Rigotti, in un suo dettagliatissimo articolo, racconta di come la stele facesse parte di un muro di proprietà del signor Fabio Dossi. Parlando con lui venne a sapere che le pietre usate per la costruzione del muro erano state prelevate dal nonno del proprietario sulla piccola altura di Castèl, a sud-est del paese, non lontano dall'attuale cimitero. Il reperto appare ad oggi frammentario (mancante probabilmente della parte inferiore) e danneggiato in diversi punti, ma si possono ancora apprezzare i dettagli delle braccia e delle dita. Non si notano sulla superficie segni che possano indicare la presenza di abbigliamento o ornamenti, tuttavia la stele stringe tra le mani un oggetto interpretato da alcuni studiosi come un possibile pugnale inserito nel suo fodero, strumento largamente rappresentato su molte altre statue-stele.
Le statue-stele, un fenomeno diffuso in tutta Europa durante l'età del Rame
Inizialmente assegnata da Rigotti alla tarda età del Ferro (III-II secolo a.C.), la statua è in realtà databile al III millennio a.C. (età del Rame). Il dato risulta particolarmente interessante poiché le statue-stele rappresentano un fenomeno diffuso in quasi tutta Europa (e non solo) proprio durante questo periodo: manufatti simili sono stati rinvenuti in Spagna, in Portogallo, in Francia (comprensiva di Corsica e Bretagna), in Germania, in Svizzera, in Ucraina e in Italia; vi sono esempi anche in stati e regioni extraeuropee come la Mongolia, la Siberia, la Turchia, l'Armenia, la Siria.
Distribuzione dei ritrovamenti di statue stele in Italia settentrionale.
In Italia siamo a conoscenza di molti esempi (oltre duecento) di statue-stele, divise convenzionalmente in gruppi che dipendono sia dalla regione di provenienza sia dalle caratteristiche stilistiche riscontrate nei singoli monumenti: i principali riguardano le statue-stele di Lunigiana e Garfagnana (Liguria, Toscana), di Aosta e Sion (Svizzera) e di Sardegna, Puglia e Trentino-Alto Adige. In quest'ultima regione, oltre a Brentonico, molte altre località hanno restituito delle statue-stele: Arco (uno dei gruppi più importanti), Lagundo, Vezzano, Laces, Velturno, Santa Verena, Tötschling, Revò, Termeno e Aica.
Caratteristiche e ipotesi sul loro significato
Il loro significato non è ancora chiaro agli archeologi. Potrebbero essere i ritratti dei parenti defunti o dei remoti antenati realizzati dai loro discendenti per ricordarli e onorarli, oppure le rappresentazioni dei personaggi viventi più in vista nelle varie culture dell'età del Rame oppure, ancora, rappresentazioni terrene di divinità. Confronti etnografici riscontrabili in territorio indiano sembrerebbero suggerire un'ulteriore ipotesi: queste statue non sarebbero tributi per onorare i defunti ma l'opposto, ossia dei simulacri per imprigionare gli spiriti più irrequieti al loro interno, per evitare che tornassero a tormentare i viventi.
Ogni statua-stele presenta caratteristiche peculiari tramite le quali viene attribuita al genere femminile o maschile. Per convenzione, quelle maschili sono riconoscibili per la presenza di armi, mentre quelle femminili vengono riconosciute grazie all'assenza di strumenti d'offesa e alla presenza di determinati tipi di ornamenti ed elementi anatomici. Inoltre, sono presenti anche dei soggetti definiti "asessuati" che potrebbero aver rappresentato dei bambini oppure persone appartenenti a un terzo genere (o genere X), un concetto presente, per esempio, nella cultura di alcune tribù di nativi americani, dove la figura della sciamana o dello sciamano è vista come qualcosa che esula dal binarismo di genere.
Il loro abbigliamento, le loro armi e i loro ornamenti cambiano in base al gruppo (area di appartenenza). Sulla loro superficie vengono rappresentati pugnali, asce, alabarde, archi e frecce, collane, pendagli, fasce per la testa, gonnellini, borse, tuniche decorate, veli, mantelli e cinturoni.
La particolarità della statua-stele di Brentonico
La statua-stele di Brentonico costituisce però un caso isolato e anomalo: è diversa da tutte le altre statue-stele trentine e assomma in sé caratteristiche morfologiche tipiche dei gruppi di Aosta-Sion e della Lunigiana-Garfagnana. La stele rappresenta dunque un interessante unicum che ci permette di scorgere fugacemente un frammento della vita di persone vissute cinquemila anni fa in Vallagarina.
Ricostruzione di fantasia tratta dal fumetto "Le soleil des morts", di André Houot e Alain Gallay (1992)
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a cura di Maurizio Battisti, Sezione Archeologia Fondazione MCR, e Elettra Virginia Collini, Servizio Civile Universale Provinciale