I campioni della capriata del tetto del Teatro Zandonai esposti al Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto
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Il 2024 è un anno importante per il Teatro Zandonai che cento anni fa veniva riaperto al pubblico e restituito alla città dopo un importante restauro. L'edificio aveva però già una lunga storia e molte cose erano cambiate dall'anno della sua costruzione. Ma andiamo con ordine.
La prima pietra del primo teatro trentino, il Teatro Sociale di Rovereto, viene posta nel 1782 su un terreno acquistato appositamente dal conte Francesco Alberti Poja e dal cavaliere Luigi Carpentari di Mittemberg. Il progetto trae ispirazione dal Teatro Filarmonico di Verona e rispecchia la ricchezza culturale ed economica del Settecento roveretano. Inaugurato nel 1784, il suo palcoscenico accoglie le più importanti rappresentazioni teatrali, anche operistiche, dell'epoca sino alla scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, anno in cui lo splendido edificio è adibito a deposito e poi a stalla per i cavalli.
Conclusa la guerra, il Teatro giace in condizioni disastrose privo di arredi e con il tetto danneggiato. Nonostante questo, nel 1919 viene sistemato alla meglio per accogliere degnamente la rappresentazione di un'opera, Francesca da Rimini, composta "da un geniale compositore" nato a Sacco, il giovanissimo Riccardo Zandonai, ritenuto il maggiore compositore trentino. Grave però era la condizione dall'edificio: "per i danni causati da una granata, da pallottole shrapnells, da asportazioni e devastazioni fatte dalla truppa e da infiltrazioni di acqua piovana. I lavori eseguiti dal Genio Militare hanno carattere del tutto provvisorio essendo stati fatti allo scopo di rendere abitabile il teatro per i profughi che rimpatriavano" (da una relazione della Società del Teatro al Comune di Rovereto).
Il Comune acquisisce definitivamente l'edificio nel gennaio del 1922 e inizia la progettazione di un'attenta opera di restauro con un'adeguata ricostruzione delle decorazioni e degli arredi; nel 1924 il Teatro rinnovato riapre, nel frattempo intitolato a Riccardo Zandonai. Una nuova chiusura si verifica nel 2002 quando diventa necessario intervenire per adeguare l'edificio a più moderne esigenze sceniche e alle normative sismiche nazionali. Vista la richiesta di sopraelevare di circa 6 metri il vano della torre scenica, mantenendo però le murature storiche, viene coinvolto il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Strutturale dell'Università degli Studi di Trento che nel 2007 propone un intervento volto a soddisfare i più severi controlli di sicurezza. L'attenta verifica delle condizioni della copertura della torre scenica ha reso necessario il coinvolgimento della dendrocronologia per datare l'ultimo intervento effettuato sul tetto.
Figura 1: Capriate del tetto di Teatro Zandonai.
Al Laboratorio di Dendrocronologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto sono state consegnate nel settembre del 2007 sei sezioni prelevate dalle travi appartenenti ad una delle cinque capriate che sorreggevano il tetto del Teatro. Dallo studio è emerso che l'intera capriata, dalle notevoli dimensioni, è di legno di larice (Larix decidua Mill.), le piante utilizzate avevano almeno 60 anni e una di queste superava i cento anni. Nella lavorazione degli elementi usati per la costruzione delle travi è stata lasciata una parte del legno più esterno e più fragile, l'alburno, che è stato in seguito intaccato dagli insetti. La parte più interna, il durame, è invece ancora in ottime condizioni come si può vedere dalle immagini (Figura 2).
L'anno più recente individuato nelle sezioni delle travi, secondo la datazione dendrocronologica, è il 1903. A questo è però necessario aggiungere un'ulteriore quota di anni, corrispondenti agli anelli mancanti (circa una quindicina) che sono stati eliminati nella realizzazione degli elementi della capriata. Considerando inoltre i tempi di stagionatura, la costruzione e la collocazione della capriata a copertura del Teatro Zandonai risale al rifacimento del tetto effettuato dopo la Grande Guerra.
Figura 2: I campioni della capriata del tetto del Teatro Zandonai oggi esposti al Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto.
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a cura di Stefano Marconi e Maria Ivana Pezzo, Laboratorio di Dendrocronologia Fondazione MCR