Confermato: l'Antropocene non è una nuova epoca geologica
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Nonostante l'Antropocene non abbia ancora ottenuto un riconoscimento ufficiale come era geologica dalla comunità scientifica, il suo valore come concetto chiave per comprendere e affrontare le sfide ambientali contemporanee rimane imprescindibile. La scienza continua a progredire nella sua comprensione dell'Antropocene e delle sue implicazioni per il futuro del nostro pianeta, mentre gli studiosi perseverano nelle loro ricerche e nei loro studi per affrontare questa fase di profondo cambiamento provocato dall'attività umana.
Il termine "Antropocene" deriva dalle parole greche anthropos e kainos, cioè essere umano e recente, ed è stato coniato per descrivere l'epoca attuale caratterizzata dalle profonde trasformazioni del nostro pianeta causate dall'uomo. Dopo un dibattito durato 15 anni, il mese scorso questo concetto ha subito una battuta d'arresto significativa quando una sottocommissione dell'Unione Internazionale delle Scienze Geologiche ha respinto l'idea di riconoscere l'Antropocene come una nuova era geologica, confermando invece la continuità dell'Olocene, iniziato 11.700 anni fa. Questa decisione ha suscitato intense discussioni e riflessioni sul significato e sull'utilità del termine "Antropocene". Nonostante il rifiuto formale, molti studiosi concordano sul fatto che l'Antropocene continui a essere un concetto prezioso per descrivere la profonda trasformazione del nostro pianeta causata dall'azione umana. Sebbene non sia stato ufficialmente riconosciuto a livello geologico, il termine è ampiamente utilizzato nella comunità scientifica e nella società per comprendere e affrontare le sfide ambientali contemporanee.
Secondo Marco Alberto Bologna, zoologo dell'Università di Roma Tre, l'Antropocene non dovrebbe essere considerato come un'era geologica separata, ma piuttosto come un termine che mette in luce l'impatto dell'umanità sul pianeta.
Figura 1: Esempio di inquinamento marino, dove i rifiuti di plastica, come le reti da pesca, possono avere un impatto negativo sugli animali selvatici, che possono rimanere impigliati o utilizzare questi materiali per costruire i loro nidi, con conseguenze potenzialmente dannose.
Questa prospettiva riflette un'interpretazione più ampia della questione, riconoscendo che l'Antropocene rappresenta una fase di cambiamento accelerato e globale, ma non necessariamente una distinzione geologica definitiva. “L’Antropocene non è una questione geologica – afferma Bologna – è una trasformazione globale ben diversa. Stiamo provocando una mostruosa trasformazione del clima – fatto che non si vuol far capire per questioni di natura economica – e abbiamo eliminato ecosistemi, usiamo troppe risorse e viviamo in ambiente altamente inquinato. Credo ci sia poco da soffermarsi su questioni formali“.
Il dibattito sull'Antropocene affonda le sue radici profonde, con alcuni geologi che indicano prove tangibili del suo inizio, come i sedimenti del lago Crawford in Canada, che mostrano tracce di plutonio derivanti dai test atomici degli anni '50 e altri segni di attività umana come microplastiche e inquinanti. Tuttavia, non tutti gli esperti sono concordi sul momento preciso dell'inizio dell'Antropocene o sulla sua definizione geologica. La recente decisione di respingere la dichiarazione dell'Antropocene come era geologica ha sollevato preoccupazioni riguardo ai processi decisionali e alle dinamiche interne delle commissioni scientifiche. Alcuni membri della sottocommissione hanno persino richiesto l'annullamento del voto, citando violazioni degli statuti della Commissione internazionale di stratigrafia.
Nonostante le controversie e le polemiche, l'Antropocene rimane un concetto culturalmente radicato che riflette una consapevolezza diffusa dell'impatto dell'umanità sul pianeta. Mentre la discussione continua sulla sua definizione formale, è evidente che le attività umane stanno causando profonde trasformazioni ambientali e climatiche su scala globale che si registrano sulle rocce che si stanno formando oggi. Questo ci impone la necessità di affrontare con urgenza e responsabilità le sfide che questa nuova era ci pone di fronte.
Figura 2: La classifica dell'inquinamento da spiaggia è guidata dai rifiuti di plastica a cui seguono materiali da costruzione in vetro e ceramica, metallo e carta, tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, rifiuti alimentari e sostanze chimiche. Da Beach Litter 2023, report Legambiente.
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a cura di Tiziano Straffelini e Michela Canali, Sezione Scienze della Terra Fondazione MCR