Ronzo Chienis | 3. Grotta di Stenone

Grotte per un anno

  • Chiuso con successo il ciclo di appuntamenti promossi nell’ambito del progetto Cavo, cava...caves.

La fauna cavernicola e la flora degli ambienti di forra, i crateri extraterrestri e i buchi di guerra, grotte e miniere nell’arte, nelle favole e nelle leggende trentine, la speleologia e il "grottesco".
La grotta nell’arte e per l’arte, per l’archeologia, la filosofia, l’astronomia, la geologia, la botanica, la zoologia, la cultura popolare - dai punti di vita più disparati, attraverso la lente delle discipline più varie – è stata protagonista per oltre un anno del ciclo di attività promosse nell’ambito del progetto Cavo, cava...caves, ideato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto in collaborazione con la SAT, Società Alpinisti Tridentini, e con il sostegno della Fondazione CARITRO.
Questa iniziativa, poliedrica e multidisciplinare, è stata pensata con lo scopo di accrescere la conoscenza della cultura e della natura del Trentino attraverso una tematica fuori dagli schemi classici, vivace e polimorfa, capace di solleticare l’interesse di un vasto pubblico. Giovani, scuole e famiglie, insieme a una platea indifferenziata di curiosi e appassionati, sono stati i destinatari delle attività in programma – cinquanta tra conferenze, occasioni didattiche, uscite sul campo, interventi espositivi – che hanno attraversato il territorio trentino facendo tappa a Trento e ad Arco, a Riva del Garda, Cles, nelle Giudicarie esteriori, a Fiera di Primiero e Rovereto, dove l’ampia rassegna si è conclusa nelle scorse settimane con la serata finale “Danzare la scienza” a cura dell’Associazione Fare Danza Rovereto, per la direzione artistica di Enkel Zhuti.
Ad animare le sessioni bimestrali, esperti e studiosi facenti capo alle due realtà organizzatrici. Le conferenze previste dalle sessioni, bimestrali, hanno visto avvicendarsi: gli archeologi Maurizio Battisti e Barbara Maurina; i naturalisti Stefano Marconi, Francesco Luzzini e Claudio Torboli; gli entomologi Uberto Ferrarese e Arrigo Martinelli; Paola Pizzamano, storica dell'arte; Marco Ischia, speleologo; Mauro Zambotto, geologo; Edoardo Tomasi, bibliotecario; Luigi Marchesi , ornitologo naturalista; Filippo Prosser, botanico; i ricercatori Federica Bertola, Fabiana Zandonai, Chiara Simoncelli, Giulia Tomasi, Alessio Bertolli, Gionata Stancher e Filippo Maria Buzzetti, e ancora Thomas Conci, Riccardo Decarli, Giampaolo Rizzonelli, Roberto Mazza, Marco Toffol, Paolo Mietto, Erwin Filippi Gilli, Enzo Marcon, Walter Bronzetti, Giambattista Toller, Ruggero Marighetti, Paolo Terzan, Renza Miorandi e Michele Zandonati, Diego Leoni, Franco Rella, Alessandro Pasetti Medin, Sara Federle, Alessandro Andreolli, Matteo Caffini.
Tra i temi trattati: la storia delle esplorazioni speleologiche, l’iconografica e il valore della grotta nell’arte, antri e caverne nella letteratura, nelle favole e nelle leggende, flora e fauna cavernicole e di forra, il tema "grottesco", gli habitat umani in Trentino dalla preistoria al medioevo, le miniere e i crateri extraterrestri, i ritrovamenti ossei in grotte e inghiottitoi locali, i “buchi di guerra” e le caratteristiche della “guerra sotterranea”.
Le uscite sul campo hanno condotto il pubblico alla scoperta del Bus de la Spia a Sporminore, del bosco Caproni e delle cave di oolite, del sentiero naturalistico di Maso Fratton con la visita alle vicine sorgenti carsiche Acquasanta, della Camerona
Morosna in zona Vederne, della miniera dell'Erdemolo, delle sorgenti dell'Orco e di Spino, della Busa dell'Adamo, del Pont del diaol e della forra del torrente Sorna, infine dello Zugna, la “montagna fortificata”.
Tra le attività didattiche privilegiate: i laboratori su minerali e cristalli “tesori del sottosuolo”, le attività ludico sensoriale con la 'Bassotta' e la proposta “Perché i pipistrelli nelle grotte dormono a testa in giù?”.
Decine di occasioni per una rassegna chiusa con soddisfazione e successo.

Fondazione MCR

Divulgazione scientifica, multimedialità e nuove tecnologie si intrecciano nelle attività quotidiane della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La ricerca e la formazione, attraverso i laboratori rivolti alle scuole, rappresentano da sempre la priorità di uno dei musei scientifici più antichi d'Italia.

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