Gigantopiteco

Gigantopiteco

I sedimenti e le rocce del Pliocene e del Pleistocene contengono non solo le testimonianze della evoluzione delle Australopitecine e del genere Homo, ma anche di alcune enigmatiche specie di Primati giganti. Fra queste Gigantopithecus blacki è forse la più discussa e interessante.
La specie fu scoperta dal paleontologo olandese G.H. Koenigswald esaminando i così detti "denti di drago" venduti nelle farmacie cinesi. Si trattava di molari particolarmente grandi, in quelli di Koenigswald la lunghezza della corona arrivava fino a 2,5 centimetri.
La scoperta sarebbe rimasta una delle tante curiosità della paleontologia se negli anni Cinquanta non fossero venuti alla luce numerosi denti ed alcune mandibole nelle grotte della Cina Meridionale.
Oggi sappiamo che Gigantopithecus blacki è forse il più grande primate che sia mai esistito, poteva superare i 2,5 metri di altezza e pesare fino a 300 kg. La sua dieta e il suo modo di vita erano forse simili a quelli dei gorilla africani, ma la sua area di diffusione doveva essere la foresta aperta della Cina Meridionale e dell'India.
I paleontologi cinesi lo ritengono una linea filetica parallela a quella delle Australopitecine, la fantasia popolare lo pone all'origine del mitico Yeti. 

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Dalle Meteoriti ai Dinosauri... all'Uomo
mostra permanente

Palazzo delle Miniere
Fiera di Primiero - TN

Uno sguardo alla storia della vita attraverso la donazione del Centro Studi Ricerche Ligabue al Comprensorio del Primiero

Alcuni dei reperti in mostra sono stati riprodotti in 3D nei laboratori OpenLab della Fondazione Museo Civico di Rovereto, presso Palazzo Alberti Poja a Rovereto. Grazie a questa tecnologia è possibile anche realizzare stampe 3D degli oggetti: per informazioni, inviare una mail a museo@fondazionemcr.it

Per la visione dei file 3D si consiglia il software MeshLab

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