Trilobiti
I Trilobiti sono artropodi fossili che ebbero, nei mari paleozoici, un’ampia diffusione e una notevole diversificazione di forme e ambienti di vita. La loro evoluzione durò più di 340 milioni di anni e si estinsero circa 250 milioni di anni fa durante il Permiano.
L’anatomia dei Trilobiti ricorda quella degli Artropodi, con un esoscheletro, suddiviso in tre parti principali: Cephalon, Thorax e Pygidium. La parte mediana, il Thorax, si suddivide a sua volta nel Rachis al centro e nelle Pleurae ai lati.
L’esoscheletro dei Trilobiti veniva rinnovato durante la muta. Così nel corso della vita ogni individuo, rinnovando più volte il suo esoscheletro, ne disperdeva le parti nel sedimento ed aumentava le probabilità di lasciare i suoi resti fossilizzati nelle rocce.
Tutto ciò permette una ricca documentazione fossile di questi animali, che erano diffusi in tutti gli ambienti marini del Paleozoico. La maggior parte delle specie di Trilobiti vivevano sui fondali marini costieri, talvolta infossati nei sedimenti fangosi. Gli occhi composti, analoghi a quelli degli insetti, garantivano a questi animali una vista efficiente. Gli occhi erano composti da un numero di lenti variabile da un centinaio a circa 15.000. Alcune specie di trilobiti si adattarono anche alla vita planctonica, lasciandosi trasportare dalle correnti marine.
L’abbondanza dei loro resti nelle rocce paleozoiche fa sì che i Trilobiti siano ottimi fossili guida per la datazione delle rocce di questo periodo.
La loro massima diffusione si ebbe tra il Cambriano e l’Ordoviciano, con il Siluriano iniziarono un lento declino che continuò nel Devoniano fino alla loro completa estinzione durante il Permiano.
Nella mostra di Palazzo delle Miniere, a Fiera di Primiero, sono esposte tre specie di Trilobiti:
• un esemplare di Acadoparadoxides mureorensis, del Cambriano di Alnif (Marocco);
• un esemplare di Phacopina sp. del Devoniano inferiore di Belén (Bolivia), conservato in nodulo di arenaria, di cui si possono vederle l’impronta interna ed esterna del suo esoscheletro;
• un esemplare di Dicranurus monstrosus del Cambriano del Marocco, con il caratteristico sviluppo delle appendici cefaliche, di cui si può vedere il modello tridimensionale.
In Italia rocce sedimentarie ricche di Trilobiti si rinvengono soprattutto nelle Alpi Carniche e nel Paleozoico della Sardegna; in Trentino si possono ammirare i Trilobiti esposti nelle vetrine dedicate al Paleozoico della Fondazione Museo Civico di Rovereto. Va ricordata infine l’importantissima collezione, purtroppo non esposta, di Trilobiti dell’Ordoviciano e Devoniano della Bolivia, dono della Sig.ra Sylvia Granier al Museo di Storia Naturale di Venezia.
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Dalle Meteoriti ai Dinosauri... all'Uomo
mostra permanente
Palazzo delle Miniere
Fiera di Primiero - TN
Uno sguardo alla storia della vita attraverso la donazione del Centro Studi Ricerche Ligabue al Comprensorio del Primiero
Alcuni dei reperti in mostra sono stati riprodotti in 3D nei laboratori OpenLab della Fondazione Museo Civico di Rovereto, presso Palazzo Alberti Poja a Rovereto. Grazie a questa tecnologia è possibile anche realizzare stampe 3D degli oggetti: per informazioni, inviare una mail a museo@fondazionemcr.it.
Per la visione dei file 3D si consiglia il software MeshLab.
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